Google e antitrust UE, non c'è due senza tre

Google e antitrust UE, non c'è due senza tre

Si concretizzano le nuove accuse per Google: stavolta al centro delle indagini europee ci sono AdSense ed i contratti con le parti terze, che favorirebbero i propri servizi
Si concretizzano le nuove accuse per Google: stavolta al centro delle indagini europee ci sono AdSense ed i contratti con le parti terze, che favorirebbero i propri servizi

La Commissione europea ha formalizzato le nuove accuse nei confronti di Google per violazione della normativa antitrust europea : come anticipato dalle indiscrezioni recenti , al centro c’è stavolta Google AdSense, il servizio di advertising su siti di parti terze offerto da Mountain View.

Si tratta della terza accusa delle istituzioni europee nei confronti di Google: la prima riguarda il trattamento preferenziale riservato ai risultati offerti dal suo servizio di comparazione commerciale Google Shopping tra i risultati di ricerca; la seconda (formalizzata nei mesi scorsi) è invece relativa alle politiche commerciali con cui Google si vincola ai produttori di dispositivi mobile che montano Android. In entrambi i casi Mountain View ha respinto le accuse e a breve dovrà offrire il suo riscontro nel merito delle accuse relative ai contratti con cui lega i produttori che utilizzano il suo sistema operativo mobile al suo motore di ricerca.

L’ultimo caso si è aperto ufficialmente con la deposizione da parte del Commissario alla competizione Margrethe Vestager dello Statement of Objection nel quale sono elencate le accuse sollevate nei confronti di Mountain View.


In particolare le autorità europee sospettano che Google abbia abusato della sua posizione dominante nel settore del search, restringendo artificialmente le possibilità per i siti di parti terze a favore dei propri servizi di acquisto comparativo.

In particolare, al centro del contendere vi sarebbero i contratti di AdSense con i fornitori di spazio per la pubblicazione delle inserzioni: alcuni contratti proibirebbero ai siti terzi che ospitano i suoi inserzionisti a non adottare altri sistemi di advertising concorrenti con una clausola di esclusività , mentre con versioni successive dei contratti obbligherebbe a riservare a Mountain View spazi minimi e privilegiati sulle pagine Web e richiederebbe alle parti terze di domandare a Google l’approvazione di eventuali cambiamenti apportati alla visualizzazione delle inserzioni dei concorrenti.
Con queste clausole in particolare, Google altererebbe lo scenario di necessaria competizione sul mercato.

Alphabet Inc ha fatto sapere che risponderà nelle prossime settimane nel merito delle nuove accuse europee dopo averle esaminate. Per il momento un portavoce si è limitato a ribadire l’ impegno di Google nei confronti degli utenti : “Crediamo che le nostre innovazioni e i miglioramenti che apportiamo ai prodotti rappresentino un ampliamento delle possibilità di scelta dei consumatori europei e promuovano la competizione”.


Google rischia una multa pari al 10 per cento del suo fatturato annuo (ovvero fino a 7 miliardi di dollari) e la condanna a cambiare il suo sistema di advertising, un danno particolarmente grave per BigG dal momento che questo rappresenta circa il 90 per cento del suo fatturato totale.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
14 lug 2016
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