Google, le cattive recensioni aiutano

Google, le cattive recensioni aiutano

Un artista della truffa sfrutta la tradizionale neutralità degli algoritmi di ricerca e ranking di Google per farsi un nome. Nella ricerca online ci vuole l'intervento umano, dice la concorrenza
Un artista della truffa sfrutta la tradizionale neutralità degli algoritmi di ricerca e ranking di Google per farsi un nome. Nella ricerca online ci vuole l'intervento umano, dice la concorrenza

Giusto in tempo per lo shopping del periodo natalizio arriva una brutta storia di truffa online e abuso del motore di ricerca più usato: Vitaly Borker, gestore del sito di e-commerce DecorMyEyes specializzato nella vendita di merce contraffatta e nel raggiro dei suoi clienti, si è servito di una “vulnerabilità” fondamentale del motore di ricerca di Google per far risaltare il sito nei ranking degli store specializzati.

Gli algoritmi di ranking di Google sono neutrali, e quando si tratta di decidere la prevalenza di un link rispetto a un altro non prendono in considerazione la differenza tra giudizi positivi o negativi espressi dai clienti. Borker ha colto la palla al balzo e ha fatto della calunnia un vanto , riuscendo a far salire DecorMyEyes in cima alla lista agli store specializzati in occhiali firmati (in questo caso falsi).

Le abilità truffaldine di Borker includono anche la capacità di “prendersi gioco” di Visa e MasterCard, e del limite imposto dalle due gestori finanziari al numero di protesti sopportabili da un esercente prima della sua espulsione dai due circuiti di pagamento. Non altrettanto bene è andata su Amazon, dove evidentemente per fare business non basta che “bene o male, purché se ne parli” e l’intervento correttivo umano ha ancora una sua utilità sull’automatizzazione dei processi appaltati alle macchine.

E della necessità di un maggior intervento umano nella selezione dei servizi di e-commerce presenti sul web parlano anche a Blekko , il motore di ricerca “alternativo” assurto agli onori delle cronache per la sua capacità di filtrare la rete per mezzo di apposite “slashtag” e con la collaborazione della community di utenti.

Proprio partendo dal profilo truffaldino di Vitaly Borker e dalla nefasta neutralità di Google, Blekko introduce la nuova slashtag “/safeshop” contenente una lista selezionata di siti di e-commerce su cui la cura del cliente continua a essere più importante della cattiva nomea . La speranza di Blekko è di attrarre nuovi utenti in tempi di festività e acquisti natalizi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 dic 2010
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