Google ora risponde di persona

Google ora risponde di persona

Il motorone sta per lanciare un servizio di risposta su argomenti di ogni genere. Un servizio a pagamento, per gettare le basi di un Dottor Know di spielbergiana memoria
Il motorone sta per lanciare un servizio di risposta su argomenti di ogni genere. Un servizio a pagamento, per gettare le basi di un Dottor Know di spielbergiana memoria


Roma – Abituato a rispondere con lunghi listati di risposte scritte formate da link di ogni genere, Google ha ora deciso di rispondere non più solo con un algoritmo ma anche “di persona” a chi ha domande da fare, questioni irrisolte, problemi per i quali non trova la giusta soluzione. Pur non essendo di certo la prima azienda a pensare ad un “sistema risponditore” su internet, Google ha probabilmente i numeri per superare i numerosi ostacoli che hanno impedito ad altri servizi di “risposta” di avere successo.

Tra qualche settimana entrerà dunque in funzione il servizio di risposta a pagamento “Google Answers”, che consentirà a chiunque di interpellare un esperto Google dal quale avere una risposta su pressoché qualsiasi argomento. Non sarà facile per Google far sì che il suo servizio di risposta, realizzato coordinando esperti e ricercatori, si riveli all’altezza del suo sistema di ricerca online, utilizzato ogni giorno da milioni di utenti in tutto il mondo.

Le pagine che illustrano il servizio in fase beta , cioè ancora di collaudo, invita, chi lo volesse, a diventare un “ricercatore stipendiato”, ovvero una parte del network che sarà incaricato di rispondere su tutto lo scibile umano. Occorre fornire certe garanzie e superare la valutazione che lo staff di Google farà su ogni presentazione che verrà inviata dagli aspiranti “googlers”.

Per porre domande, invece, l’utente deve registrarsi al servizio, il che significa fornire un’email a Google, indicare una password, un nickname e scegliere se ricevere via email le risposte alle proprie domande. A quel punto è possibile scrivere la propria questione in un form apposito, scegliere la categoria e fare… un’offerta.

Già, proprio questa è l’idea in qualche modo “rivoluzionaria” del servizio di Google, quella di non imporre una tariffa a seconda del tipo di domanda, ma di decidere una tariffa minima che può essere aumentata dall’utente se ha urgenza di una risposta o se la materia è particolarmente complessa (in un range tra i 4 e i 50 dollari). Indicando la propria carta di credito e accettando un costo di attivazione di mezzo dollaro l’utente può a quel punto inoltrare la propria domanda e rimanere in attesa della risposta. Va anche indicato il tempo massimo di attesa che si è disponibili a far passare, scegliendo tra una settimana, un mese e.. un anno.

Va detto che l’addebito in carta di credito arriva dopo che l’utente ha ricevuto la risposta e il 75 per cento di quell’importo viene trasmesso al ricercatore che ha risposto.

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Pubblicato il
23 apr 2002
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