Google Voice, il gioco delle tre carte

Google Voice, il gioco delle tre carte

Google toglie gli omissis alla lettera con cui spiega i rifiuti di Apple. AT&T dichiara la sua estraneità. La Mela torna a negare di aver rifiutato l'applicazione
Google toglie gli omissis alla lettera con cui spiega i rifiuti di Apple. AT&T dichiara la sua estraneità. La Mela torna a negare di aver rifiutato l'applicazione

La Federal Communications Commission (FCC) ha reso disponibile una copia senza omissis della lettera confidenziale con cui Google spiegava i motivi di Apple per il rifiuto di Google Voice per iPhone. Si possono così tirare le prime somme sull’ inchiesta aperta dalla FCC sulla gestione delle applicazioni iPhone da parte di Cupertino, che vede coinvolte anche Mountain View e AT&T.

Google si è vista bloccare in pochi mesi sia Latitude (poi passata come Web application) che Voice. Per quest’ultima è stata coinvolta anche la compagnia telefonica che negli States ha il monopolio della distribuzione dei Melafonini, su cui grava il sospetto che abbia fatto pressione per fermare la concorrenza del servizio di chiamate WiFi di Mountain View.

Il sospetto, e la generale mancanza di chiarezza da parte di Apple sulla gestione delle applicazioni di iPhone, ha spinto la FCC ad aprire un’ inchiesta , in seguito alla quale ha iniziato una corrispondenza ufficiale con AT&T, Google e Apple.

La lettera da Mountain View era arrivata a fine agosto, ma solo ora è stata resa pubblica nella sua interezza : inizialmente la natura confidenziale era stata scelta per alcune informazioni commercialmente rilevanti. Google ha ora dato il via libera a una richiesta di trasparenza in base al Freedom of Information Act giunta da alcune parti interessate .

Contraddicendo la versione di Apple, che aveva affermato di non aver rifiutato l’applicazione, la missiva sembrerebbe sottolineare come la comunicazione di Cupertino sia, come notano gli osservatori, poco trasparente per alcuni argomenti critici. Nella lettera viene descritto il rapporto Google – Apple (mentre non vi sarebbero stati contatti tra BigG e AT&T). Secondo quanto raccontato da Google, che riporta dettagliatamente date e occasioni in cui le parti si sarebbero incontrate e parlate della questione, sarebbe stato direttamente Phil Schiller , vice presidente del marketing di Cupertino, a comunicare i dettagli del rifiuto a Mountain View. Il motivo sarebbe la volontà di Apple di “evitare qualsiasi applicazione possa confondere gli utenti”: Google Voice andrebbe a sostituire il dialer originale del Melafonino. Con la medesima logica, d’altronde, sarebbe stato rifiutato anche Google Latitude, che poteva infatti competere con l’applicazione mappe standard di iPhone.

Sono, d’altronde, le medesime preoccupazioni espresse da Apple nella sua lettera alla FCC (questa in parte ancora riservata). Cupertino ha però affermato (e lo ribadisce ora con una nota) di non aver rifiutato, ma semplicemente di star ancora studiando l’applicazione , non gradita perché “altererebbe le funzionalità di base di iPhone”. Un ulteriore appunto di Apple verterebbe sul fatto che, tramite Voice, Google raccoglierebbe tutti i dati e i contatti di un utente nei suoi database: sull’utilizzo che ne viene fatto Cupertino vuole garanzie .

La questione in mano alla FCC resta dunque complicata : AT&T afferma di non aver niente a che fare con il rifiuto, BigG sostiene che questo sia arrivato direttamente dal vice presidente Schiller, Cupertino invece ribadisce che un vero e proprio rifiuto non ci sia mai stato. La lettera di Google che entra in conflitto con le dichiarazioni Apple contribuisce a compromettere i rapporti e allontanare l’eventualità di una soluzione di compromesso della vicenda.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
21 set 2009
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