Hasta la vista, Skynet

Hasta la vista, Skynet

Il Regno Unito completa il suo network satellitare di comunicazione tra continenti. Potrà essere utilizzato per muovere roboarmi in tutto il Mondo. Dal cielo, però, non piovono solo minacce
Il Regno Unito completa il suo network satellitare di comunicazione tra continenti. Potrà essere utilizzato per muovere roboarmi in tutto il Mondo. Dal cielo, però, non piovono solo minacce

Le macchine sorsero dalle ceneri del fuoco nucleare. La loro guerra per sterminare il genere umano continua da decenni, ma la battaglia finale non sarà combattuta nel futuro. Sarà combattuta qui, nel presente. Questa notte. Così si apriva il primo film della fortunata serie Terminator , che racconta di una Terra devastata dal conflitto atomico e dominata dai robot, tutti riuniti in una colossale intelligenza artificiale di nome Skynet . Un sistema che oggi ha iniziato ad aprire gli occhi.

Il Regno Unito ha infatti completato la messa in orbita di una serie di satelliti per le telecomunicazioni, pensati come risorsa militare, che consentiranno alle truppe di Sua Maestà di controllare le forze umane (e non) distribuite sui terreni dei vari conflitti in corso. Un investimento da oltre 4,5 miliardi di euro, che ha imposto la revisione degli apparati trasmissivi dell’intero arsenale aereo, di terra e di mare.

“Skynet 5 è circa due volte e mezzo più potente del sistema precedente, e offre anche la possibilità di trasmettere dati oltre alla voce – spiega Patrick Wood, rappresentante dell’azienda che ha costruito i satelliti – In questo modo i computer possono parlare direttamente con altri computer, fornendo immagini e video in tempo reale”.

I componenti della costellazione Skynet sono dei piccoli gioielli della tecnologia aerospaziale. Sono costruiti per resistere alle interferenze , per proteggere se stessi da un attacco in radiofrequenza che tenti di renderli inoperativi, e dunque per garantire di essere sempre in grado di controllare carri armati, veicoli robot e semplici truppe umane sul campo di battaglia.

Ma è l’affermazione che “i computer possono parlare direttamente con altri computer” a mettere in allarme i redattori di io9 , che a loro volta sottolineano come peraltro le forze armate britanniche non controllino neppure direttamente il network : a controllare la salute e l’utilizzo del network è la Cyberdyne Paradigm, società che “affitta” al Ministero della Difesa del Regno Unito una parte delle frequenze della rete di satelliti Skynet.

Dal cielo, comunque, non arrivano solo i comandi per aerei robotici invisibili e mezzi cingolati telecomandati. I satelliti in orbita possono spiare la popolazione ma anche fornire immagini preziose, utilizzate dalle ONG per affrontare piccole o grandi tragedie umanitarie con cognizione di causa e informando dettagliatamente e tempestivamente l’opinione pubblica. È il caso degli eccidi che si svolgono da mesi nella parte ovest dell’Etiopia, raccontati da Human Rights Watch in un recente report anche grazie alle immagini satellitari messe a disposizione dalla American Association for the Advancement of Science ( AAAS ).

Ottenere le foto scattate dall’orbita non è semplice: richiedere una immagine di una zona specifica può essere molto costoso , senza contare che non sempre esistono coordinate precise delle moltitudini di villaggi dispersi sul territorio africano. Molto più semplice ed economico, racconta il responsabile del progetto Lars Bromley, è scavare negli archivi dei satelliti commerciali in cerca del materiale che occorre, a costi decisamente più abbordabili.

Il successo dell’operazione è legato ad una stretta collaborazione tra AAAS e le ONG che si trovano sul campo: confrontando le informazioni fornite dai volontari in missione con le immagini satellitari, è possibile documentare i movimenti della popolazione . Nel caso dell’Etiopia le foto raccolte mostrano interi villaggi rasi al suolo , ma Bromley spiega che questo tipo di tecnologia può essere anche utilizzato per scopi più rassicuranti, come progetti di sviluppo sostenibile per le zone rurali.

Per il futuro, Bromley vede anche la possibilità di realizzare un programma che possa prevenire il ripetersi di atti violenti come quelli avvenuti in Etiopia: potendo disporre di immagini in tempo reale che mostrino queste tragedie mentre sono in corso, AAAS assieme ad altre organizzazioni spera di poter far leva sui governi più inclini alla guerriglia, affinché non si rendano responsabili di tali violenze contro la popolazione.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
17 giu 2008
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