Il bollino SIAE è una questione di bilanci

Il bollino SIAE è una questione di bilanci

La diatriba investe ora le economie della SIAE. Il sindacato dei dipendenti della società degli autori e degli editori teme che l'abolizione del bollino implichi dei tagli. FIMI: no all'accanimento terapeutico
La diatriba investe ora le economie della SIAE. Il sindacato dei dipendenti della società degli autori e degli editori teme che l'abolizione del bollino implichi dei tagli. FIMI: no all'accanimento terapeutico

La baruffa tra SIAE e FIMI non accenna a placarsi: tra affondi e schivate, la lotta intestina ai tutori della proprietà intellettuale muove dai tecnicismi legali e dal futuro dell’industria verso la questione dei conti che la SIAE si trova a far quadrare.

La Federazione dell’Industria Musicale Italiana aveva sostenuto nel corso di una audizione al ministero dei Beni culturali la necessità di fare chiarezza sul bollino e di armonizzare definitivamente il quadro legislativo con quanto previsto dalla normative comunitarie. L’apposizione del contrassegno, a parere di FIMI, sarebbe una complessità burocratica capace solo di porre un freno alla libera circolazione delle merci, senza nel contempo essere efficace nel garantire la protezione della proprietà intellettuale. SIAE aveva ribattuto con una vera e propria dichiarazione di guerra , una diffida rivolta a FIMI e inviata ai rappresentanti del governo per sostenere che il bollino è un ingrediente economico, incrollabile e indispensabile per garantire agli autori i diritti che spettano loro.

Il dibattito si era finora concentrato sulla legittimità dell’attuale sistema di contrassegnatura e sulla sua utilità per l’industria della musica. Il sindacato autonomo SIAE-CONFSAL ora apre un nuovo fronte e ribatte a quello che definisce “un nuovo assalto alla SIAE”: l’eventuale abolizione del bollino chiesta dalla FIMI, dicono, mette a rischio un comparto occupazionale . “Si tratta, evidentemente, di un nuovo rischio per la SIAE – scrivono in un comunicato i rappresentanti dei lavoratori – per le palesi conseguenze che il prevalere di una tale tesi avrebbe sul bilancio (e tutti sanno quanto in questo momento non ce ne sia bisogno) e sui livelli occupazionali (numerosi colleghi attualmente in SIAE si occupano della materia)”. La soppressione del bollino, a parere del sindacato, impatterebbe sulle entrate della SIAE costringendola a sforbiciare fra la forza lavoro.

Il sindacato invita le autorità a mettersi una mano sulla coscienza: si tratterebbe di “una questione di estrema delicatezza che dovrà essere seguita con costante attenzione, mettendo in atto tutte le iniziative utili a scongiurare l’ipotesi di abolizione dell’obbligo del bollino”.

Nel frattempo FIMI, ribattendo alla diffida della SIAE e informando per conoscenza i rappresentanti del governo, conferma indirettamente ciò che sostengono i lavoratori della Società degli autori e degli editori: il bollino sembra rappresentare per la SIAE una fonte di sostentamento a cui non saprebbe rinunciare . Si sorprende, la Federazione, della decisione della SIAE di imbracciare le armi con la risolutezza dimostrata nella diffida: “l’ente – spiega il presidente Mazza – sul piano del contrassegno, è semplicemente titolare di un pubblico servizio ex-lege, le cui doglianze, espresse in maniera così inopportuna, risultano andare ben al di là delle legittime aspettative della categoria degli autori ed editori”. “Per contro – insinua il dubbio Mazza – tale intervento potrebbe alimentare il sospetto che esso sottaccia solo l’obbiettivo di presidiare un provento rilevante a salvaguardia del proprio fabbisogno di cassa, piuttosto che perseguire un efficace strumento di contrasto alla pirateria”.

Se l’attuale sistema di contrassegnatura sarebbe un ingranaggio fondamentale per la sopravvivenza della SIAE, spiegano da FIMI, il bollino sortisce l’ effetto opposto per l’industria della musica , che deve incanalarsi in un sistema di spese imputabili a contrassegni, forza lavoro e magazzini per sottostare a quelle che il presidente della SIAE Assumma definisce “misure proporzionate all’obiettivo legittimo di lotta alla pirateria”. Il bollino SIAE, incalza Mazza, non sarebbe più “tecnologicamente efficace e aggiornato”: per questo motivo chiede a nome della FIMI “che sui sistemi di protezione e più in generale sulle modalità di contrasto alla pirateria venga svolta un’articolata riflessione e valutazione tecnica prima di reintrodurre obblighi di legge che contrastano con gli interessi dei soggetti che si vorrebbe tutelare”.

Si accodano a FIMI anche i consumatori: “per una volta, ci troviamo concordi con la proposta della federazione dell’industria discografica” annuncia Altroconsumo, che parla del bollino come di un sistema anacronistico e incapace di spingere gli artisti ad avvalersi della progressiva liberalizzazione dei mercati. “I costi di gestione della SIAE – sottolinea Altroconsumo – hanno ormai raggiunto dimensioni sproporzionate rispetto alle attività effettivamente necessarie per l’intermediazione dei diritti”.

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Pubblicato il
20 nov 2008
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