Il cybersesso droga tutti?

Il cybersesso droga tutti?

Lo sostiene uno studio condotto negli Stati Uniti, che mette in relazione comportamento sociale e attività sui siti hard. Intanto il fratello di Lady D chiede che non si usi la sorella sul porno
Lo sostiene uno studio condotto negli Stati Uniti, che mette in relazione comportamento sociale e attività sui siti hard. Intanto il fratello di Lady D chiede che non si usi la sorella sul porno


Atlanta (USA) – Sta avendo una enorme eco sui media americani la ricerca condotta dal National Council on Sexual Addiction and Compulsivity (NCSAC) che afferma, in sostanza, una crescita esponenziale nell’uso dei siti a contenuto adulto da parte degli utenti internet. Con l’emergere di una nuova forma di dipendenza dal sesso, il sesso cyber.

Non è certo la prima volta che vengono condotti studi, anche autorevoli, sulla questione ma è la prima volta, dicono gli esperti, che la ricerca si spinge avanti nel determinare comportamenti e fattispecie. In particolare, secondo i ricercatori, tutte le tipologie di utenza internet sono “a rischio” dipendenza dai siti erotici. Un rischio definito “ipersessualismo” che può provocare isolamento, rottura di rapporti e via dicendo.

La ricerca tenderebbe a dimostrare che il 15 per cento degli utenti internet ha visitato o visita siti a contenuto erotico. Il 9 per cento di coloro che usano la rete, sostiene lo studio, passa più di undici ore alla settimana su siti a luci rosse. Il numero di utenti uomini e donne è pressoché uguale, un dato in controtendenza rispetto a ricerche precedenti, che davano agli uomini una “leadership” nel consumo di materiale pornografico. Nei comportamenti, gli scienziati hanno evidenziato che le donne tendono a preferire una interazione di tipo erotico attraverso la chat piuttosto che navigare su siti che presentano immagini hard. Stando allo psicologo dell’abuso sessuale Robert Freeman-Longo, la differenza nel consumo di cybersex tra uomini e donne sta nel fatto che “alle donne piace conversare e ascoltare. Agli uomini piace solo spogliarsi e farlo”.

Stando ai ricercatori, l’ipersessualismo nasce dalla libertà inedita concessa dall’anonimato in rete e dalla grande quantità di stimoli diversi offerti da siti e situazioni sulla rete. Questo produce un “bisogno continuo” di sesso cyber che può portare alla distruzione di rapporti e matrimoni.

Nel corso del convegno organizzato dal Council per presentare la ricerca, ha detto la sua anche l’onnipresente Kimberly Young , già nota per i suoi studi sulla “dipendenza da internet”. Secondo Young “il dolore che tutto questo può introdurre in una relazione è profondo. E dista quanto un clic del mouse”.

Secondo alcuni partecipanti al convegno, la soluzione è nell’educazione al consumo. Gli psicologi, è stato detto, dovrebbero consigliare ai propri pazienti di sfoltire i propri bookmark e di dedicare alla navigazione in rete un tempo determinato da rispettare sempre, anche a fronte di certe “sollecitazioni”.

Ha fatto notizia in queste ore anche l’appello rinnovato del fratello della scomparsa Diana Spencer affinché l’immagine della sorella non venga utilizzata abusivamente sui siti pornografici. Il conte Spencer si è affidato anche a dei legali che, pare, siano riusciti finora a far chiudere sei siti che presentavano l’immagine di Lady D “a tinte rosse”.

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Pubblicato il
8 mag 2000
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