Il primo vagito di Galileo

Il primo vagito di Galileo

La missione del satellite di test Giove A in orbita da lungo tempo ad una svolta. Secondo i promotori del consorzio per l'alternativa europea al GPS è una pietra miliare. Ecco cosa è accaduto
La missione del satellite di test Giove A in orbita da lungo tempo ad una svolta. Secondo i promotori del consorzio per l'alternativa europea al GPS è una pietra miliare. Ecco cosa è accaduto

Lo ha annunciato Thales Alenia Space, che partecipa al consorzio Galileo: per la prima volta è stato emesso e ricevuto un segnale di localizzazione dal satellite Giove A, dispositivo di testing per quella che dovrà diventare la costellazione di satelliti Galileo, che si pongono come alternativa europea al sistema GPS statunitense.

In una nota la società francese spiega che “il primo messaggio di navigazione Galileo è stato trasmesso con successo al generatore di segnali di navigazione (NGSU) Giove A”. Una pietra miliare, secondo l’azienda, in quanto lo scopo della missione Giove è provvedere ad una serie di test e verifiche delle tecnologie chiave di Galileo , fino a fornire una dimostrazione completa delle sue capacità operative.

Per ottenere questi scopi, il mission segment Giove utilizza una rete mondiale di 13 stazioni di rilevamento equipaggiate con ricevitori Galileo, che si appoggiano ad un centro di elaborazione olandese presso ESA-ESTEC e gestito da ENSIS, il consorzio delle industrie di navigazione satellitare europee note in precedenza come “Galileo Industries”.

“Dopo un anno in orbita – ha dichiarato Marc Gandara, dirigente della missione Giove – abbiamo caratterizzato il comportamento degli orologi di bordo, valutato l’ambiente di rilevamento delle stazioni di terra e campionato gli algoritmi di sistema, evidenziando che il sistema Galileo in orbita può funzionare. Non solo – ha continuato Gandara – la trasmissione del messaggio di navigazione Galileo consentirà, per la prima volta, di calcolare una posizione utilizzando una combinazione di segnali Galileo e GPS , dimostrando quindi anche l’interoperabilità dei due sistemi”.

Per Gandara si tratta dunque di una “pietra miliare del programma Galileo” in quanto ne stabilisce e avvia le fondamenta tecnologiche e tecniche.

L’annuncio di Thales e l’enfasi con cui viene dato può essere visto anche come una prima risposta all’ ultimatum della Commissione Europea , che da tempo si dice spazientita dagli enormi ritardi accumulati dalle industrie che governano il progetto.

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Pubblicato il
8 mag 2007
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