Impiegati negligenti, spegnete il computer

Impiegati negligenti, spegnete il computer

Per limitare i consumi energetici e arginare i danni economici e ambientali è necessario approntare soluzioni innovative. O convincere gli impiegati a spegnere i PC. Agghiaccianti i dati inglesi
Per limitare i consumi energetici e arginare i danni economici e ambientali è necessario approntare soluzioni innovative. O convincere gli impiegati a spegnere i PC. Agghiaccianti i dati inglesi

Il 18 per cento degli impiegati inglesi non spegne il PC quando abbandona la propria postazione per rientrare a casa. Il 17,5 per cento di loro la considera una scocciatura e l’abitudine oziosa di non spegnere il PC sarebbe nel 10 per cento dei casi il risultato di “spirito di emulazione”. Un altro 10 per cento ritiene che spegnerlo sia poco importante, l’8 per cento rivela che è un’impresa ricordarsene mentre l’1,8 per cento teme che, spegnendolo, si possa perdere il lavoro svolto.

Risultato: 70 sterline l’anno per ogni computer lasciato acceso, secondo un report della National Energy Foundation . Totale della spesa per questa negligenza nel solo Regno Unito: 115 milioni di sterline all’anno, circa 170 milioni di euro.

Se è abbastanza immediato stimare il consumo energetico della macchina in sé, il calcolo si fa più complicato procedendo nelle speculazioni. Macchine accese significa aumento della temperatura dei locali. E la regolazione della temperatura è una costante necessaria soprattutto negli ambienti in cui sono collocati i data center , impattando così sul budget previsto per il raffreddamento dell’ambiente in cui sono contenute le apparecchiature.

Stando ad una ricerca di Gartner , la spesa per l’energia elettrica rappresenta il 10 per cento del settore IT di un’azienda ma i costi in futuro potrebbero crescere di molto. “Il prezzo dell’energia elettrica è raddoppiato negli ultimi 24 mesi”, chiosa Gareth Ellis, un membro della Foundation britannica, che aggiunge: le fonti di energia sono per lo più non rinnovabili e il prezzo dell’energia non può che aumentare, con tutte le implicazioni che questa situazione trascina con sè.

Non è solo una questione economica: maggiore energia elettrica prodotta significa più combustibili fossili bruciati, e quindi maggiori emissioni di anidride carbonica, responsabile dell’aumento di temperatura media del pianeta. Secondo il rapporto WWF Ranking Power , infatti, la combustione di petrolio e carbone da parte delle compagnie elettriche genera il 37 per cento di tutte le emissioni di CO2 di cui è responsabile l’uomo.

Un soluzione per ridurre i consumi potrebbe consistere nel ricorrere al standby dei PC? Secondo Fujitsu Siemens lo standby non basta, i consumi di energia si riducono solo del 30 per cento. Inoltre, secondo un’indagine commissionata da Verdiem , una start-up che propone soluzioni innovative nell’ambito del risparmio energetico, lo standby è una pratica dileggiata degli impiegati: trovano comodo cambiare le impostazioni di energy saving del loro PC, posticipando da tre a dieci minuti il momento in cui far entrare in funzione lo standby (o addiritura disttivandolo). Il che fa sprecare almeno il 30 per cento dell’energia consumata dai computer, visto che, spesso, i loro utenti si allontanano dalla postazione, lasciando la macchina negletta e funzionante a pieno regime.

Fujitsu Siemens e Verdiem hanno interesse a diffondere i dati in loro possesso: entrambe si stanno prodigando per offrire soluzioni innovative nell’ambito del risparmio energetico. La prima ha lanciato un PC a basso consumo, politica accomunabile a quella messa in atto da Via . Una strategia caldeggiata anche da Google , che auspica l’avvento di hardware a basso impatto sull’ambiente, oppure, forse leggendo cinicamente fra le righe, di macchine che sappiano garantire risparmi in termini economici, lavorando a consumo ridotto. La seconda, invece, ha sviluppato una piattaforma software in grado di gestire in remoto i consumi energetici dei PC connessi alle reti aziendali.

Ma è soprattutto l’ Unione Europea a impegnarsi per migliorare l’efficienza energetica delle ” apparecchiature vampire “, introducendo, oltre a criteri di eco-design , degli standard che limitino i consumi, quali Energy Star . Del resto, secondo l’indagine europea ECCP del 2003, il consumo energetico delle apparecchiature da ufficio dell’UE, soltanto per ciò che riguarda le imprese impiegate nel settore terziario, in assenza di misure di riduzione del danno potrebbe raggiungere i 76 TW annui.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
9 ott 2006
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