Intel, addio al tick-tock

Intel, addio al tick-tock

Il maggior produttore di chip al mondo riconosce ufficialmente di non poter più procedere agli stessi ritmi in fatto di evoluzione tecnologica dei processi produttivi. Il "vantaggio competitivo" continuerà a sussistere in ogni caso
Il maggior produttore di chip al mondo riconosce ufficialmente di non poter più procedere agli stessi ritmi in fatto di evoluzione tecnologica dei processi produttivi. Il "vantaggio competitivo" continuerà a sussistere in ogni caso

In occasione del suo ultimo rapporto alla SEC (Securities and Exchange Commission) americana, Intel Corporation ha messo nero su bianco quello che molti vanno sostenendo già da tempo: i ritmi di evoluzione dei processi produttivi per i chip dovranno necessariamente rilassarsi, perché la miniaturizzazione si è spinta in territori difficili da controllare o anche da sfruttare a livello industriale.

Muore ufficialmente il processo “tick-tock” di Intel, ovverosia l’alternarsi dell’introduzione di un nuovo processo produttivo (“tick”) e una nuova architettura di processore (“tock”) a cadenze regolari, e con esso viene definitivamente pensionata la legge di Moore .

Intel ammette di avere difficoltà significative a passare alla produzione di transistor da 10 nanometri, e di voler continuare a utilizzare l’attuale processo a 14nm su un periodo temporale più lungo come già era emerso dalla presentazione di Kaby Lake . Lo stesso varrà per il futuro e per i 10nm, quando verranno finalmente completati.

Il focus di Chipzilla si sposterà piuttosto sulla “ottimizzazione” dei processi produttivi, così come verranno ancora rispettate le cadenze annuali per la distribuzione di nuove CPU. Il processo tick-tock verrà quindi sostituito da una nuova convenzione chiamata “process, architecture, optimization (PAO)”.

Quello che non cambierà, almeno a sentire Intel, è il vantaggio competitivo del produttore americano sul resto del mondo: i costi per realizzare le strutture necessarie per la miniaturizzazione spinta dei transistor aumenteranno notevolmente, dice Intel, e solo pochi produttori al mondo potranno permettersi di investire le risorse necessarie.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
23 mar 2016
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