Iran, a morte la spia videoludica

Iran, a morte la spia videoludica

Amir Hekmati condannato come nemico dell'Islam, ritenuto una spia per conto dell'intelligence a stelle e strisce: la software house per cui lavorava avrebbe ricevuto fondi dalla CIA per manipolare le menti iraniane
Amir Hekmati condannato come nemico dell'Islam, ritenuto una spia per conto dell'intelligence a stelle e strisce: la software house per cui lavorava avrebbe ricevuto fondi dalla CIA per manipolare le menti iraniane

È stato considerato un pericoloso nemico della Repubblica Islamica, condannato a morte dalle autorità iraniane dopo aver praticato attività di spionaggio per conto dell’ intelligence statunitense. Amir Mirzaei Hekmati, nato a Flagstaff, in Arizona, aveva confessato tutto in diretta televisiva, rimembrando le sue esperienze con i vertici militari della DARPA e soprattutto con il produttore di videogame Kuma Reality Games .

Le autorità di Washington sono ora intervenute in uno spinoso caso diplomatico , negando – posizione condivisa dai familiari di Hekmati – qualsiasi coinvolgimento dell’uomo in attività di spionaggio nei territori di Iran, Iraq e Afghanistan. Stando alla versione illustrata da Hekmati al Tehran Times , la società di sviluppo Kuma Reality Games avrebbe ricevuto fondi dalla CIA per alcuni videogiochi a sfondo bellico .

Tra questi, Assault on Iran , disponibile per il download gratuito come scenario ipotetico di conflitto tra Stati Uniti e Iran. L’ intelligence statunitense avrebbe finanziato lo sviluppo dei titoli videoludici per manipolare le menti dei cittadini locali , questa la posizione delle autorità locali, per far capire a tutti che i buoni sventolano la bandiera a stelle e strisce.

Una posizione respinta dalle autorità di Washington: il Dipartimento della Difesa avrebbe semplicemente fornito circa 100mila dollari per la realizzazione di un videogame formativo da inserire nella preparazione dei soldati alle campagne belliche . Le autorità di Tehran hanno sottolineato come Hekmati non abbia affatto la cittadinanza statunitense, nonostante sia nato in Arizona.

Stati Uniti hanno però chiesto al governo iraniano di rilasciare l’uomo. La stessa famiglia di Hekmati ha negato qualsiasi legame con lo spionaggio internazionale. I suoi legali hanno ora 20 giorni di tempo per presentare le carte in vista di un appello contro la pena di morte.
Sul web è già apparso il sito FreeAmir.org .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
11 gen 2012
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