Irlanda, l'IT sfugge alla privacy

Irlanda, l'IT sfugge alla privacy

L'Authority locale ammette la propria impotenza nel vagliare il comportamento del social network Facebook. Questione di giurisdizione. Chiesto l'aiuto dell'Europa per vagliare la situazione post-Datagate
L'Authority locale ammette la propria impotenza nel vagliare il comportamento del social network Facebook. Questione di giurisdizione. Chiesto l'aiuto dell'Europa per vagliare la situazione post-Datagate

L’Irlanda non può indagare sulle relazioni pericolose tra intelligence USA e Facebook: se il social network, così come tutte le altre multinazionali IT che hanno la propria sede legale europea nell’Isola Verde, ha fornito informazioni a NSA e alle altre organizzazioni federali USA attraverso il programma PRISM , come rivelato da Edward Snowden nello scandalo Datagate , è cosa che non compete all’Authority nazionale o alla magistratura locale. Per chiarire la faccenda è stato chiesto l’aiuto dell’Unione Europea.

La questione sarà messa nelle mani della Corte di Giustizia di Strasburgo: il Garante Privacy irlandese ha deciso di non proseguire con le proprie indagini ritenendo valido la decisione europea risalente al 2000 , che di fatto porrebbe le attività di Facebook in uno status privilegiato e al di fuori del controllo del Vecchio Continente . La disciplina del “safe harbor” viene citata, ma tale argomentazione non ha convinto il gruppo “Europe V Facebook” (EVF) che ha promosso l’azione : per questo saranno ora le autorità comunitarie a dover valutare la situazione, così da stabilire fin dove si spinga il potere di controllo delle authority e dove si fermi sulla soglia dell’interesse privato o degli USA.

Per il gruppo promotore dell’azione , le regole vergate dopo l’11 settembre e che hanno consentito di aumentare in modo cospicuo la libertà d’azione e di movimento delle informazioni conservate nei database delle aziende IT (ufficialmente per garantire la sicurezza) andrebbero riviste per tenere conto di tutto quanto emerso dalle rivelazioni di Edward Snowden. Se la Corte di Giustizia stabilisse che il Garante Privacy irlandese non ha alcuna giurisdizione sulle operazioni di Facebook (o di qualsiasi altra azienda che svolga attività simili), si tratterebbe di un duro colpo per la credibilità della politica del Vecchio Continente : allo stesso modo, se invece venisse stabilito che l’authority dell’isola ha abdicato al proprio dovere si tratterebbe dell’ennesima tegola che andrebbe a incrinare il rapporto già complicato tra le multinazionali IT e la politica europea. ( L.A. )

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Pubblicato il
19 giu 2014
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