Italia Digitale, falsa partenza dell'Agenzia

Italia Digitale, falsa partenza dell'Agenzia

Palazzo Chigi chiede la restituzione dello statuto approvato a marzo, su probabile suggerimento della Corte dei Conti. Diversi punti deboli nel provvedimento, a partire da un organico considerato troppo pesante
Palazzo Chigi chiede la restituzione dello statuto approvato a marzo, su probabile suggerimento della Corte dei Conti. Diversi punti deboli nel provvedimento, a partire da un organico considerato troppo pesante

Approvato a marzo , lo statuto dell’attesa Agenzia per l’Italia Digitale è stato ritirato su ordine governativo con una brusca inversione di marcia comunicata ai giudici della Corte dei Conti. Da Palazzo Chigi è infatti partita la richiesta di restituzione del provvedimento che avrebbe reso definitivamente operativa la stessa Agenzia guidata dal suo primo direttore generale Agostino Ragosa.

Un cammino difficile per il rilancio digitale del Belpaese, intrapreso dall’ex-premier Mario Monti sul lavoro congiunto di ben quattro ministeri (Pubblica Amministrazione, Istruzione, Finanze e Sviluppo economico). Stando alle ipotesi circolate tra gli addetti ai lavori, il repentino dietro-front del governo sarebbe stato indotto dagli stessi giudici contabili, accortisi di vari punti deboli all’interno dello statuto .

In sostanza, la Corte dei Conti avrebbe suggerito al governo di rimettere mano al testo del provvedimento per evitare una sonora bocciatura. In particolare, i nuovi ministri a Palazzo Chigi dovranno ripensare la parte relativa all’organico dell’Agenzia , da molti considerato troppo pesante, con un totale di 16 posizioni dirigenziali e 150 dipendenti.

Nel presunto parere dei giudici contabili, il tetto dei 150 dipendenti non dovrebbe essere raggiunto per forza, mentre il provvedimento non lascia spazio a diversa interpretazione . L’art. 22 del cosiddetto Decreto Sviluppo parla di un organico formato dall’accorpamento della soppressa DigitPA (120 unità) con l’Agenzia per l’Innovazione (anche questa cancellata) e quegli addetti del dipartimento per digitalizzazione della PA che sceglieranno volontariamente di spostarsi nella nuova Agenzia per l’Italia Digitale.

Un secondo dubbio espresso dalla Corte dei Conti riguarda le norme per la composizione del comitato di indirizzo dell’Agenzia, che è presieduto dalla figura del direttore generale, appunto Agostino Ragosa. Questa situazione potrebbe scatenare una sorta di cortocircuito operativo, dal momento in cui Ragosa diventerebbe allo stesso tempo direttore e presidente della struttura che dovrebbe dettare le linee guida dell’ente .

Nel frattempo, lo stesso Ragosa ha incontrato il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando per un accordo di collaborazione in ambito ICT. Lo stallo istituzionale dell’Agenzia per l’Italia Digitale non era evidentemente stato previsto.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
8 mag 2013
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