Java, uno statuto per OpenJDK

Java, uno statuto per OpenJDK

Oracle e IBM pubblicano quella che dovrebbe essere la nuova "carta fondativa" della rinnovata collaborazione tra i due colossi del software. In gioco c'è il destino del codice sorgente di Java.
Oracle e IBM pubblicano quella che dovrebbe essere la nuova "carta fondativa" della rinnovata collaborazione tra i due colossi del software. In gioco c'è il destino del codice sorgente di Java.

Dopo l’annuncio dell’accordo per la gestione coordinata dello sviluppo di OpenJDK , Oracle e IBM presentano il primo frutto di quell’intesa: la community di OpenJDK ha ora uno statuto tutto suo , o perlomeno una bozza che attende correzioni.

Presentata dal Chief Architect del Java Platform Group presso Oracle Mark Reinhold, la bozza dello statuto della community di OpenJDK intende essere “un punto di avvio” per un processo di revisione aperto a tutti gli sviluppatori Java.

Tra i compiti attualmente assolti dallo statuto c’è l’istituzione di una “Governing Board” per OpenJDK , con il compito preciso di “sovrintendere alla struttura, al funzionamento e allo stato di salute complessivo della Community”. La Governing Board “sostiene e mantiene questo Statuto, risolve le dispute procedurali, e fa sì che sia disponibile un’infrastruttura sufficiente ai membri della Community”.

Tra i poteri visibilmente esclusi dalla capacità operative della Governing Board c’è una “autorità diretta sulle decisioni tecniche o di distribuzione delle versioni” delle specifiche di OpenJDK, un ambito decisionale che Oracle intende evidentemente tenere tutto per sé nonostante il posto di primo piano assegnato al rappresentante IBM – vicepresidente della Governing Board appena istituita.

Istituito un organo di controllo per OpenJDK, a Oracle, IBM e alla “Community” toccherà ora mettere mano al codice di Java e ai troppi problemi che si trascinano da anni o addirittura decenni – inclusi un baco nel parsing di certi numeri in virgola mobile capace di bloccare il funzionamento di un server (bug noto da 10 anni) e una vulnerabilità nella gestione delle finestre di dialogo in grado di abilitare la modifica del file system locale da parte di applet non firmate (comunicato a Sun già due anni fa).

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
10 feb 2011
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