Joel Tenenbaum vs. RIAA, atto finale?

Joel Tenenbaum vs. RIAA, atto finale?

Uno dei più clamorosi processi al file sharing in terra statunitense si avvia verso la fase finale. La difesa gioca l'ultima carta, richiamandosi alla Corte Suprema con argomenti apparentemente a prova di bomba
Uno dei più clamorosi processi al file sharing in terra statunitense si avvia verso la fase finale. La difesa gioca l'ultima carta, richiamandosi alla Corte Suprema con argomenti apparentemente a prova di bomba

Dopo aver incassato il contraccolpo della pesantissima multa di 675mila dollari (seconda soltanto a quella che si è abbattuta sulla vita di Jammie Thomas), Joel Tenenbaum e il suo team difensivo capitanato dal professore di Harvard Charles Nesson si preparano ora a dare l’affondo finale nella sua battaglia legale contro le Big Four della musica. E si tratta, documenti alla mano, di un affondo che avrebbe ottime possibilità di colpire nel segno.

Fallito il tentativo di dimostrare l’incostituzionalità delle strategie di contrasto al file sharing non autorizzato adottate dall’industria, il team legale del giovane Tenenbaum ha prima tentato di spiegare lo scenario storico nel quale il “crimine” del download era stato perpetrato, con un mercato digitale che era, ai tempi della violazione, largamente in mano a Apple e pesantemente blindato da restrizioni alla copia e all’utilizzo dei contenuti.

L’ ultimo documento consegnato alla corte da Nesson & soci, che su Slashdot si sono già affrettati a definire “il chiodo definitivo nella bara della pretesa di RIAA” di incassare quasi 700mila dollari per la condivisione di 30 brani musicali, si affida alla giurisprudenza statunitense in materia di costi punitivi e multe ai sensi di legge. Potrebbe riuscire, secondo gli esperti, a indirizzare le decisioni della corte che non potranno prescindere dalla suddetta giurisprudenza.

In particolare il memorandum della difesa si richiama direttamente ai casi State Farm v. Campbell e BMW of North America v. Gore , discussi rispettivamente nel 2003 e nel 1996 davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti e chiusi con la medesima sentenza tesa a limitare il danno punitivo che si possa chiedere all’imputato riconosciuto colpevole o (come nel caso di Joel Tenenbaum) reo confesso dei “reati” ascrittigli.

È il principio del giusto processo che la Corte Suprema chiama in gioco per ben due volte, stabilendo che multe costituite da somme “eccessive” rispetto ai danni effettivi subiti dall’accusa sono incompatibili con esso e vanno pertanto rigettate. Che tipo di multa i legali di Tenenbaum sono disposti ad accettare? Ventuno dollari in totale pari a 70 centesimi per brano, esattamente il valore dei file come commercializzati da iTunes nel periodo in oggetto, nel 2004.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
22 feb 2010
Link copiato negli appunti