Kindle e DRM, binomio imperfetto

Kindle e DRM, binomio imperfetto

Dispositivi bloccati e qualche grattacapo per Amazon. Il problema sarebbe il comportamento degli utenti dai gusti più difficili. Ma sotto sotto, nelle braci cova la fiamma della polemica sul copyright
Dispositivi bloccati e qualche grattacapo per Amazon. Il problema sarebbe il comportamento degli utenti dai gusti più difficili. Ma sotto sotto, nelle braci cova la fiamma della polemica sul copyright

Il DRM sarà anche sparito nel caso dei brani musicali di iTunes e compagnia, ma gli altri settori del mercato dei contenuti digitali continuano a sguazzare nelle stesse acque popolate da questo genere di tecnologia. Come nel caso di Kindle , l’e-book marcato Amazon che si è recentemente guadagnato alcune critiche circa il comportamento del reseller che, in taluni casi, ha bloccato gli account utente tagliando fuori questi ultimi dai libri acquistati in precedenza .

Il problema sarebbe da attribuire a un numero eccessivo di libri rispediti al mittente, un fatto che Amazon avrebbe interpretato come un abuso della sua policy rispondendo con il ban dell’account, l’impossibilità forzata di fare nuovi acquisti online e anche di accedere ai libri già comprati.

Il fenomeno non sembra diffuso a livello epidemico, ma i rapporti di ban si moltiplicano evidenziando come il DRM, per quanto possa apparentemente risultare trasparente all’utente finale, faccia prima o poi sentire la propria ingombrante presenza trasformando (nel caso specifico) un dispositivo elettronico da qualche centinaio di dollari in un inutile fermacarte.

Nel mercato musicale le protezioni anticopia hanno già fatto parlare di sé, per tutti val la pena ricordare i casi e le relative polemiche sulla chiusura dei server di MSN Music , Yahoo! Music e Wal-Mart . L’incidente che coinvolge l’e-book di Amazon è solo l’ultimo di una lunga serie che dimostra che non tutte le questioni che ruotano attorno a queste tecnologie hanno trovato una risposta.

Amazon in ogni caso non vuole certamente scontentare gli editori così sensibili al tema del copyright e della circolazione senza controllo dei loro contenuti digitali: intervenendo sulla ben nota questione della funzionalità text-to-speech del Kindle, il senior staff attorney di EFF Fred von Lohmann si dice convinto del fatto che i dispositivi che “leggono ad alta voce” i contenuti testuali non infrangano alcuna legge sul copyright .

Lohmann dice che il semplice ascolto di un libro su Kindle non comporta nessuna “performance pubblica”, nessuna “copia” del lavoro protetto e nessuna creazione di una “opera derivata”, ragion per cui non c’è alcun appiglio legale a cui la Author’s Guild possa aggrapparsi per far valere le sue ragioni.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 apr 2009
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