Kokorogatari, l'interfaccia cerebrale

Kokorogatari, l'interfaccia cerebrale

Un consorzio giapponese realizza un sistema elettronico dal costo contenuto che? legge il pensiero e lo trasforma in risposte elaborate dal computer. Ridarà voce a chi vive paralizzato, affermano gli sviluppatori
Un consorzio giapponese realizza un sistema elettronico dal costo contenuto che? legge il pensiero e lo trasforma in risposte elaborate dal computer. Ridarà voce a chi vive paralizzato, affermano gli sviluppatori


Tokyo (Giappone) – Per una persona affetta da gravi miopatie, come la sclerosi multipla, il dono della parola ha un valore inestimabile. Hitachi , in collaborazione con associazioni di pazienti e ricercatori scientifici, ne crea un sostituto tecnologico e gli dà un costo di circa 4000 euro : è questo il prezzo di Kokorogatari , sistema che trasforma il pensiero in output digitale. Il dispositivo è stato pensato per gli ammalati di sclerosi laterale amiotrofica, una particolare patologia che blocca completamente l’uso dei muscoli volontari.

Il concetto alla base del funzionamento di Kokorogatari, che significa approssimativamente “indovino”, è semplice. Una speciale fascia dotata di sensori, applicata sulla fronte, misura la pressione sanguigna nelle zone anteriori del cervello e la comunica ad un calcolatore. Un valore facilmente controllabile, persino da chi non riesce più a muoversi. La vascolarizzazione del lobo frontale, a differenza dei muscoli, viene attivata semplicemente con l’incremento dell’attività cerebrale: la speranza condivisa dai progettisti è che l’ indovino digitale renda la parola alle persone paralizzate.

Infatti, come spiega un portavoce dell’azienda in un lancio AFP , basta “pensare” ad una canzone per consentire a Kokorogatari di rilevare immediatamente l’innalzamento della pressione. I pazienti immobilizzati, utilizzando il congegno, potranno così rispondere a domande ed interagire con gli altri. La tecnologia, per il momento, consente operazioni logiche di base come affermazioni e negazioni: “Sempre meglio di niente”, sostiene un rappresentante della ALS, l’associazione giapponese che riunisce i portatori di sclerosi laterale.

Kuniaki Ozawa, responsabile del progetto, è convinto che il rilevatore abbia un’ accuratezza dell’80% . Una percentuale più che soddisfacente, che lascia buone speranze di raggiungere la perfezione. La lettura del “messaggio mentale”, sostengono i ricercatori, necessita di almeno trentasei secondi per ogni singola applicazione.

Kokorogatari corona sei anni di ricerche, parzialmente finanziate dal ministero della salute di Tokyo e da enti privati. Il costo totale dell’ambizioso progetto di ricerca, tuttavia, non è ancora stato comunicato da Hitachi. L’azienda giapponese sta già vendendo questo prodotto, completo di laptop e svariati applicativi specifici. Finora il “pacchetto”, chiamato Den-no-Shin, è destinato al mercato locale e permette agli ammalati di controllare un lettore DVD, ascoltare musica e comunicare via Internet.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
29 set 2005
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