La Buona Scuola è legge

La Buona Scuola è legge

La Camera approva la riforma dell'Istruzione che, tra la polemiche per i poteri dei dirigenti e le risorse a disposizione, introduce sulla carta un maggiore impegno nei confronti del digitale
La Camera approva la riforma dell'Istruzione che, tra la polemiche per i poteri dei dirigenti e le risorse a disposizione, introduce sulla carta un maggiore impegno nei confronti del digitale

La Camera dei Deputati ha approvato definitivamente la riforma della scuola nota come “La Buona Scuola” con 277 sì e 173 no , per cui ora manca solo la firma da parte del Presidente della Repubblica.

I no – che sono riusciti anche ad interrompere momentaneamente la votazione – si sono dunque alla fine fermati in piazza, dove la protesta invoca ora il rinvio alle Camere da parte del Presidente Mattarella, ed all’opposizione: hanno votato contro Lega, Forza Italia, M5S, Sel, Fratelli d’Italia, Alternativa libera e cinque deputati del PD.

“Questo non è un atto finale ma l’atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola” ha twittato dopo l’approvazione il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. “Abbiamo restituito autonomia ai dirigenti scolastici e messo 3 miliardi a regime, il governo dimostra di ritenere strategico il settore dell’istruzione. Oltre all’impianto della riforma, basato sull’idea di garantire agli istituti scolastici maggiore autonomia ed ai dirigenti maggiori poteri e sul tentativo di mettere a disposizione nuovi fondi (sia per le questioni strutturali sia per i corsi d’aggiornamento dei professori) e di assorbire una fetta dei precari del settore, la versione definitiva mantiene sulla carta le promesse sul fronte digitale.

In particolare prevede un bando con 300 milioni a disposizione “per la costruzione di scuole altamente innovative” sia architettonicamente che tecnologicamente, cioè prevedendo rispetto per l’ambiente e banda larga negli istituti, passando per l’accento posto sull’apprendimento delle tecnologie digitali. Interessante, da questo punto di vista, in particolare l’ introduzione nel percorso didattico del coding e del pensiero computazionale fin dalle primarie , e di un piano “digital makers” dalle scuole secondarie.

Si prevede inoltre la creazione di un Portale unico per i dati della scuola , ove dovranno essere pubblicate tutte le informazioni relative al sistema di istruzione (dai bilanci degli istituti ai curriculum degli insegnanti) e
si introduce la “Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti”, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, ingressi a mostre ed eventi culturali.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
9 lug 2015
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