La CCTV ruba un bacio e finisce su YouTube

La CCTV ruba un bacio e finisce su YouTube

Succede ad una coppia in Cina che ora denuncia: ci spiano e ci sbattono online
Succede ad una coppia in Cina che ora denuncia: ci spiano e ci sbattono online

Una coppia a Shangai si dà un bacio, viene ripresa dalle cam di sorveglianza e quel video finisce su YouTube. Questo il quadro dello scandalo scoppiato nelle scorse ore e che sta alzando polvere persino al di fuori dei confini cinesi.

Che nelle grandi città cinesi fosse diventato problematico persino baciarsi era un fatto già noto: tante sono le CCTV installate in occasione dei prossimi giochi olimpici che le effusioni amorose possono venire interpretate come violazione di prossimità . L’ultimo caso di abuso tecnologico rinfocola l’allarmismo sull’onnipresenza delle tecnologie di sorveglianza e aggiunge la preoccupazione sul modo in cui certi materiali vengano trattati.

La coppia, un ragazzo e una ragazza ventenni, si abbracciano e si baciano nella metropolitana: secondo le fonti locali la registrazione risalirebbe allo scorso settembre, mentre la distribuzione su YouTube e altri portali di video-condivisione cinesi è della settimana appena passata: la clip è già divenuta molto popolare e ha collezionato migliaia di visualizzazioni.

Quello che ha imbarazzato di più la coppia ripresa a sua insaputa è il “montaggio” del video apparso in rete, che comprende anche una voce maschile che schernisce la scenetta e parla di sensazione spiacevole “quando cammino in una stazione della metropolitana”. I ragazzi hanno deciso di denunciare Shanghai Metro Operation Co Ltd. , la società che si occupa di gestire le linee della metropolitana, accusandola di aver abusato del video catturato con le CCTV .

I responsabili della società si sono affrettati a rassicurare tutti , coppia immortalata in primis: sono in corso le dovute indagini e una “punizione severa” si abbatterà sugli impiegati voyeur se verranno individuate prove della manomissione e dell’uso inappropriato delle immagini provenienti dai circuiti di controllo installati nelle stazioni sotterranee.

Il caso rappresenta ad ogni modo l’ennesima dimostrazione del montante disappunto da parte della popolazione cinese nei confronti delle telecamere a circuito chiuso – sempre più presenti nelle megalopoli – e solleva la richiesta, da parte di esperti e legali, di una più stringente tutela della privacy, oltre che di pene più severe per chi viene “beccato” a giocare con registrazioni che dovrebbero rimanere private.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
23 gen 2008
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