Londra, l'Intelligence e la tecnologia

Londra, l'Intelligence e la tecnologia

L'ex direttore generale dei Servizi di Sua Maestà ammette una verità, ovvia e risaputa ma dai molti risvolti: è la tecnologia il motore delle operazioni e delle indagini classificate
L'ex direttore generale dei Servizi di Sua Maestà ammette una verità, ovvia e risaputa ma dai molti risvolti: è la tecnologia il motore delle operazioni e delle indagini classificate


Londra – C’era un ospite tanto atteso quanto singolare due giorni fa alla RSA Conference Europe di Vienna: Dame Stella Rimmington, ex direttore generale di MI5 – il servizio segreto di Sua Maestà – venuta alla conferenza per ammettere la crescente dipendenza dell’intelligence dalle nuove tecnologie.

Se da una parte Rimmington ha ammesso che le tecniche di cifratura utilizzate dalla criminalità organizzata e dalle associazioni eversive o terroristiche rappresentano un grosso ostacolo, dall’altra ha sottolineato come siano il simbolo delle opportunità che l’innovazione ha portato con sé, finendo nel complesso per semplificare alcuni decisivi aspetti operativi del lavoro dei Servizi.

“Ogni nuova implementazione nel settore della protezione dei dati rende più complicate le nostre operazioni di intelligence”, ha dichiarato Rimmington, sottolineando come la collaborazione con i produttori di software sia ormai considerata fondamentale per comprendere al meglio i sistemi di cifratura e poter così contrastare efficaci strumenti in mano ai gruppi del terrore.

“Per ogni tipo di sistema di protezione c’è una chiave. A volte è stato difficile arrivarne a capo, ma siamo sempre riuscite a raggiungere l’obiettivo”, ha aggiunto Rimmington. Secondo l’ex M di Londra, le novità tecnologiche più importanti hanno riguardato la miniaturizzazione delle batterie e la loro rinnovata durata. “Le dimensioni delle batterie che usavamo per le microspie ci limitavano alquanto. Adesso è decisamente più semplice”, ha aggiunto Rimmington.

La tecnologia è anche la risposta agli strumenti più chiacchierati in mano all’Intelligence britannica, come quello che consente di trattenere in custodia persone sospette anche senza mandato della magistratura. A suo dire, soluzioni hi-tech specializzate potrebbero costituire un’ottima alternativa al fermo. “Controllare dei sospetti anche per tre mesi senza arrestarli a qualcuno sembra inaccettabile, ma in verità in alcuni casi è essenziale. La difficoltà di accedere ad alcuni dati cifrati, a volte, richiede anche questo tipo di sotterfugi”.

Sicuramente l’utilizzo delle tecnologie mobili e di localizzazione per le chiamate telefoniche si sono evidenziate come strumenti fondamentali. “I terroristi hanno bisogno di mantenere attive le proprie comunicazioni; questo li rende vulnerabili; parallelamente, però, lo stesso tipo di tecnologie ci permette di condividere in tempo reale informazioni riservate fra unità dislocate in territori diversi. La telefonia mobile di nuova generazione è un passo in avanti per tutti”, ha commentato Rimmington.

“Quando ho iniziato a lavorare con MI5 – ha poi dichiarato – le informazioni viaggiavano su carta e poi su ruote. Adesso qualcosa è cambiato. Per lo stesso motivo la nostra scelta di attivare un sistema di reclutamento online è spinta esclusivamente dall’esigenza di stare al passo con i tempi. Adesso, difficilmente qualcuno sarà avvicinato da tipi sospetti vestiti di scuro con la proposta di entrare a far parte dei Servizi Segreti… come successe a me a New Delhi un po’ di anni fa”, ha concluso l’ex boss dell’Intelligence britannica.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
20 ott 2005
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