Microsoft vince in tribunale contro Alcatel-Lucent

Microsoft vince in tribunale contro Alcatel-Lucent

Finisce così una delle cause pendenti tra le due società, riguardante l'inclusione di certe tecnologie dei Bell Labs nelle copie internazionali di Windows Vista
Finisce così una delle cause pendenti tra le due società, riguardante l'inclusione di certe tecnologie dei Bell Labs nelle copie internazionali di Windows Vista

San Diego – Arriva dalla Corte Distrettuale di San Diego una buona notizia per il big di Redmond. Dopo aver ricevuto la mazzata della megamulta da 1,52 miliardi di dollari per infrazione dei brevetti sul formato MP3, un tribunale ha questa volta rigettato la causa intentata da Alcatel-Lucent , secondo cui Microsoft non aveva diritto di distribuire Windows Vista al di fuori degli Stati Uniti assieme a certe tecnologie di sintesi vocale di cui la società è proprietaria.

Come per MP3, Alcatel-Lucent ha ereditato il possesso dei brevetti del software di conversione da testo a voce integrato in Vista con l’acquisizione dei Bell Laboratories, ed è parimenti impegnata nella strenua difesa delle sue nuove proprietà; soprattutto quando le presunte infrazioni toccano un gigante tecnologico e finanziario come la produttrice di Windows.

Microsoft però ha affermato le proprie ragioni : la dismissione della causa da parte del giudice Rudi Brewster ha evitato alla società l’obbligo di doversi confrontare con ulteriori grattacapi legali proprio quando essa è particolarmente impegnata a promuovere (in patria come all’estero) il suo nuovo sistema operativo.

Tom Burt, consulente di Redmond, ha approfittato della vittoria in tribunale per accorpare le questioni pendenti con Alcatel-Lucent (inclusa quella su MP3), sostenendo che nessuna di esse verrà alla fine considerata come legittima . “Una volta che ci sarà l’esame giudiziario di questi complessi casi di brevetti, le pretese di Alcatel-Lucent non staranno semplicemente più in piedi” ha dichiarato Burt.

Intanto il legale di Alcatel-Lucent ha già fatto sapere che la società prevede di ricorrere in appello contro la decisione della corte.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
5 mar 2007
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