Morto un Android se ne fa un altro

Morto un Android se ne fa un altro

Agora, lo smartphone economico dell'australiana Kogan, non vedrà la luce del mercato nei tempi previsti. Chi sarà il prossimo a commercializzare un googlefonino? E se non fosse neppure un cellulare?
Agora, lo smartphone economico dell'australiana Kogan, non vedrà la luce del mercato nei tempi previsti. Chi sarà il prossimo a commercializzare un googlefonino? E se non fosse neppure un cellulare?

Roma – Kogan Agora, lo smartphone economico equipaggiato con Android, non sarà immesso sul mercato nei tempi previsti. Questo l’annuncio fatto da Ruslan Kogan, CEO dell’azienda australiana a pochi giorni dal via alle vendite. In attesa di ulteriori informazioni, parrebbe che il secondo googlephone sia destinato a ritornare ai box per alcuni, sostanziali, ritocchi utili a fargli tenere il passo con le innovazioni che verranno implementate sull’OS di BigG.

ne rimarrà più di uno La decisione sarebbe stata presa da Ruslan Kogan in persona dopo un incontro con i vertici dell’azienda californiana tenutosi nei primi giorni dell’anno. Una decisione che giunge inattesa a pochi giorni dal 29 gennaio, data designata per l’ingresso sul mercato dello smartphone, disponibile per la prevendita già dagli inizi di dicembre . Un rinvio che, stando a quanto dichiarato dal giovane CEO della compagnia australiana, sembrerebbe essere più che necessario: per Agora è previsto un sostanziale ritocco hardware al fine di poter garantire piena compatibilità con le future applicazioni sviluppate per Android: “Possiamo affermare che le attuali specifiche tecniche di Agora limitino la sua compatibilità e la sua interoperabilità nell’immediato futuro” ha dichiarato Kogan. “Uno dei potenziali problemi cui si deve far fronte è che gli sviluppatori potrebbero creare applicazioni per Android con una risoluzione e una dimensione in termini di schermo più grandi di quelle fornite attualmente dallo smartphone”.

Per chi abbia già provveduto ad acquistare lo smartphone in prevendita, l’azienda ha dichiarato di aver già iniziato a pianificare una campagna di rimborso, con tanto di scuse. Nulla di chiaro, invece, per quanto riguarda la possibile durata degli interventi tecnici da effettuare sul dispositivo: dalle dichiarazioni rilasciate da Kogan, si evince che il rilascio definitivo del nuovo Agora è stato posticipato a data da destinarsi.

Questa battuta d’arresto potrebbe in qualche modo smontare tutto l’entusiasmo creatosi in rete intorno allo smartphone australiano, da molti atteso sia per la presenza di Android che per l’assenza di vincoli contrattuali volti a limitarne l’utilizzo. Ultimo fattore da non sottovalutare è la questione del prezzo, definito da molti decisamente appetibile. Va comunque specificato che, nonostante il disappunto per la mancata consegna nei tempi previsti, per molti la soluzione scelta da Kogan e dal suo staff potrebbe essere vista come indice di correttezza: piuttosto che offrire un prodotto soggetto a possibili e concreti problemi tecnici, quella di rimettersi al lavoro per fornire una soluzione adeguata sembra una scelta saggia. A riprova di ciò, giungono i numerosi attestati di stima rivolti al CEO e all’azienda nella sezione dei commenti del comunicato presente sul sito di Kogan.

Messo da parte Agora, le prospettive di metter mano sul tanto atteso sistema operativo per gli utenti al di fuori di Stati Uniti e Regno Unito, sembrano relegate all’infinita attesa di G1, l’unico androide superstite. Alla luce di quanto accaduto, ci si interroga su chi giungerà secondo al traguardo considerando che gli addetti al settore vedono numerose aziende , tra cui Motorola , Samsung, Sony Ericsson e Lenovo, in corsa per far debuttare il proprio smartphone munito di sistema operativo Android.

A destabilizzare il tutto, infine, potrebbe essere Google stessa, che ha di recente annunciato di voler aprire a breve le porte dell’Android Market agli sviluppatori di Germania, Austria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Polonia. La notizia, non ancora confermata da Google, parrebbe essere stata diffusa da Eric Chu, responsabile dell’Android Market. Nel suo comunicato si legge anche che l’elenco dei paesi “ammessi” nella lista di Google dovrebbe infoltirsi a breve. Come prevedibile, il comunicato di Chu ha scatenato un vero e proprio putiferio di ipotesi e previsioni: una di queste vede uno stretto rapporto tra i paesi selezionati e l’imminente arrivo di un googlephonino. In altre parole, secondo qualcuno , Google starebbe preparando lo sbarco di Android in vari paesi non prima di aver steso in loco un degno tappeto di applicazioni disegnate ad hoc.

L’attesa di molti, però, sembra focalizzarsi non solo sulla parte software, ma anche su quella hardware: dal suo arrivo sul mercato, G1 di HTC – recensito più in basso dallo staff di Telefonino.net – ha fatto parlare di sè più per la sua anima che per il suo appeal, stroncato in fatto di estetica e scelta dei materiali. Per molti la chiave di volta del tutto può essere rappresentata dallo spiccato spirito di adattamento di Android che, nonostante il caso di Agora, rimane una delle carte vincenti del sistema operativo.

In attesa di vederlo su nuovi smartphone, Android inizia a far capolino su altri dispositivi, come ad esempio il Nimble presentato al CES da Touch Revolution, un dispositivo casalingo pensato principalmente per il VoIP, ma arricchito da tutte le caratteristiche e le possibilità fornite dal sistema operativo di BigG. Il prodotto dovrebbe avere un prezzo base di circa 300 dollari, ma c’è anche chi ipotizza che il dispositivo potrebbe arrivare a prezzi molto abbordabili sottoscrivendo un contratto con un provider.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
20 gen 2009
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