MPAA vs Realnetworks, atto primo

MPAA vs Realnetworks, atto primo

E' ufficialmente iniziato il processo legato alla disputa legale su RealDVD. Si è svolto in parte a porte chiuse e sembra destinato a protrarsi nel tempo
E' ufficialmente iniziato il processo legato alla disputa legale su RealDVD. Si è svolto in parte a porte chiuse e sembra destinato a protrarsi nel tempo

Mentre il web attende con ansia i nuovi possibili sviluppi del processo alla Baia , un altro caso giudiziario è entrato nel vivo: si tratta della vicenda legata a RealDVD, il software per copie di backup accusato di violare il DMCA da parte di MPAA e soci. Un processo, quello contro Realnetworks, che è iniziato a porte chiuse: il pubblico accorso è stato invitato ad attendere fuori dal giudice, per non divulgare i dettagli del software incriminato, il cui funzionamento secondo il giudice sarebbe un segreto aziendale.

La richiesta di chiudere il processo a pubblico e media, almeno per le fasi iniziali, sarebbe stata fatta da un legale della DVD Copy Control Association, poiché durante il dibattito sarebbero emerse numerose indiscrezioni tecniche che si ritiene non debbano essere divulgate a terzi. La decisione, che ha creato non poco malumore tra i presenti, è stata accolta dal giudice chiamato a decidere sul caso.

Come ben sapranno i lettori di Punto Informatico l’oggetto del contendere è RealDVD , software in grado di eseguire copie di backup dei dischi, anche di quelli provvisti di protezioni CSS. Le accuse mosse contro il programma sono quantomai esplicite: per MPAA si tratterebbe di un vero e proprio mezzo utile a favorire la pirateria e capace di intaccare il mercato dei DVD. In particolare, secondo l’accusa, RealDVD favorirebbe il fenomeno del “rent, rip and return” (noleggia, copia e riconsegna), grazie al quale a fronte di una spesa minima di noleggio, gli utenti possono crearsi una vera e propria libreria illegale di titoli da poco ritirati dalle sale.

“Il nostro obiettivo è quello di eliminare dal mercato tutte le scelte che portino all’illegalità, piuttosto che focalizzarsi in maniera costruttiva con l’intera comunità per portare sempre più norme legali flessibili e nuove tra le opzioni a disposizione degli utenti” ha dichiarato Greg Goeckner di MPAA. Di diverso avviso, invece, Realnetworks, il cui software non violerebbe alcuna legge e, inoltre, sarebbe utile a rilanciare il mercato e l’innovazione del settore. Va specificato che RealDVD permette di eseguire copie di backup di materiale protetto da CSS.

Nonostante le vendite del software siano state bloccate già sul finire del 2008, quindi molto prima dell’inizio effettivo del processo, il CEO di Realnetwork si è detto molto fiducioso di poter tornare ad offrire agli utenti i servigi di RealDVD, salvo poi dichiarare a denti stretti che l’azienda avrebbe addirittura pensato a possibili modifiche da attuare per salvare il salvabile. Nonostante ciò, l’azienda continua ad appellarsi al fair use alla base del programma che vanta numerosi cloni anche a livello di freeware.

Com’è evidente, l’intera disputa non è incentrata sulla natura del software, ma sulle conseguenze dovute dal suo utilizzo: mentre gli studios continuano a sostenere che copiare i dischi, anche quelli già regolarmente acquistati, configuri un’azione illegale, l’azienda di Seattle ritiene assurdo che gli utenti debbano pagare un’ulteriore licenza agli studios per avere una copia di backup di quanto già acquistato. “Tutta l’intera vicenda ruota intorno alla voglia degli studios di avere la possibilità di controllare in quale modo i consumatori guardino i DVD, anche a livello di tecnologia usata per tale azione” ha commentato Bill Hankes, portavoce di Realnetworks.

Secondo molti esperti del settore, questo processo potrebbe segnare un punto di svolta nell’intero settore della distribuzione di contenuti: se a risultare vincitore sarà l’associazione hollywoodiana gli utenti potrebbero essere costretti a pagare un sovrapprezzo per poter copiare quanto già in loro possesso, mentre, in caso di vittoria di Realnetworks, l’intera vicenda potrebbe sancire la legalità delle copie di backup. Comunque, sembra che l’ultima parola sia ancora lontana.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
27 apr 2009
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