NASA: carbonio su Marte

NASA: carbonio su Marte

Il tanto atteso annuncio è finalmente arrivato. Curiosity avrebbe individuato elementi essenziali per le forme di vita organica. Ma l'ente spaziale non si sbilancia sulle implicazioni
Il tanto atteso annuncio è finalmente arrivato. Curiosity avrebbe individuato elementi essenziali per le forme di vita organica. Ma l'ente spaziale non si sbilancia sulle implicazioni

Doveva entrare nei libri di storia della scienza e dell’esplorazione spaziale, finirà probabilmente con l’occupare un trafiletto in sesta pagina nei giornali della domenica: è l’atteso annuncio di NASA sull’ultima scoperta fatta dal rover Curiosity, una scoperta che c’entra con la vita organica ma anche no. E forse è tutta un’altra cosa.

Nei giorni scorsi NASA aveva subodorato il potenziale flop comunicativo, tentando – invano? – di raffreddare gli animi e spegnere l’immaginazione galoppante: in breve, il rover ha analizzato chimicamente il suo primo esemplare di roccia marziana, e dall’analisi sono venute fuori (tra le altre cose) evidenti tracce di carbonio.

Il carbonio è un elemento centrale attorno a cui si sviluppa la “vita” come noi la conosciamo, e Curiosity ha scovato tracce di CO assieme a idrogeno e cloro “cuocendo” ad alte temperature un frammento di roccia, analizzando poi le tracce gassose scaturite dal processo.

Il carbonio e gli altri elementi appena trovati su Marte sono essenziali per la vita, certo, ma non portano necessariamente alla formazione di composti organici e NASA ci tiene a precisarlo : “Non abbiamo fatto alcuna scoperta definitiva di composti organici marziani” ha dichiarato lo scienziato dell’agenzia spaziale Paul Mahaffy.

Il carbonio individuato da Curiosity potrebbe venire da composti inorganici come le rocce carbonatiche, spiega NASA, o magari si tratta semplicemente di una “contaminazione” estranea al pianeta rosso – un elemento esterno che il rover ha portato lassù dalla Terra.

Per fugare del tutto quest’ultima ipotesi occorrerà del tempo: maggiore sarà il numero di esemplari analizzati da Curiosity, maggiore sarà la possibilità di verificare la consistenza dei dati raccolti sulla composizione chimica delle rocce e del suolo alieno.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 dic 2012
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