Quello che la NASA sta attraversando non è certo il momento migliore della sua storia . Lontana dai fasti del passato, dagli allunaggi, oggi l’ente spaziale statunitense cerca di farsi largo tra problemi economici e tecnici seguendo una strada che per Buzz Aldrin , secondo uomo a camminare sulla Luna, porterà solo all’ennesimo fallimento .
Aldrin infatti non digerisce lo sforzo economico che la NASA starebbe producendo per tornare sul nostro satellite entro il 2020: “L’attuale idea di esplorazione spaziale – sostiene l’ex astronauta – produrrà ulteriori sprechi di denaro, vanificando quanto di buono fatto negli anni passati”.
Il pilota dell’Apollo 11 continua la sua invettiva auspicando che l’agenzia spaziale statunitense provi ad ampliare i suoi orizzonti, senza limitarsi ad un revival delle missioni lunari degli anni ’60 e ’70. L’obiettivo da perseguire è ben oltre la Luna, poco prima della fascia degli asteroidi: è Marte .
Dunque, secondo Aldrin, solo il progetto di un insediamento umano sul Pianeta Rosso potrebbe ridare vigore all’entusiasmo per i viaggi spaziali, affievolitosi subito dopo il termine del programma Apollo e ulteriormente minacciato dagli incidenti occorsi agli Shuttle Challenger e Columbia : “Per far sì che ciò accada bisogna liberarsi della miopia con cui la NASA è stata gestita negli ultimi anni – spiega – in questo modo non arriveremo mai su Marte. C’è bisogno di innovazione e soprattutto di una volontà illuminata di cooperazione internazionale”. (G.P.)