Net neutrality, 400 pagine di polemiche

Net neutrality, 400 pagine di polemiche

La FCC rilascia l'intera documentazione destinata a imporre le nuove regole alla gestione del traffico Internet, un faldone che stabilisce punti fermi ma non è completamente privo di incertezze. Gli avvocati, nel mentre, si scaldano
La FCC rilascia l'intera documentazione destinata a imporre le nuove regole alla gestione del traffico Internet, un faldone che stabilisce punti fermi ma non è completamente privo di incertezze. Gli avvocati, nel mentre, si scaldano

I dettagli delle nuove regole sulla net neutrality USA sono finalmente sotto gli occhi di tutti, con la FCC (Federal Communications Commission) che ha rilasciato pubblicamente l’ intero pacco documentale sul proprio sito ufficiale. Evidenti i punti di interesse già resi noti dalla Commissione, mentre per altre questioni resta l’incertezza. Un’incertezza in cui fornitori di connettività e operatori di telefonia sono già pronti a incunearsi per imporre le proprie istanze – fuori e dentro i palazzi del potere di Washington.

Tra i punti fermi della nuova net neutrality in salsa FCC c’è la volontà di mettere al bando le pratiche discriminatorie che tanto hanno fatto discutere in questi anni, vale a dire il blocco dei pacchetti dati appartenenti a specifiche categorie di comunicazioni (P2P, streaming video e altro), il throttling della banda fornita agli utenti e la gestione prioritaria di certi tipi di dati rispetto agli altri.

La comunicazione su Internet deve essere davvero neutra, ha stabilito FCC, e i provider ora classificati come utility pubbliche (Titolo II) devono prepararsi a una Commissione pronta a sfidarli in tribunale nel caso in cui qualcuno provi a fare il furbo o non sia d’accordo con le nuove regole. In realtà il documento spiega che FCC ha intenzione di usare un approccio “soft”, rispetto alla nuova classificazione, evitando di applicare decisioni radicali come già avvenuto nel secolo scorso.

Le regole della net neutrality si applicano anche alle reti cellulari , e la FCC dice di voler intervenire in difesa della privacy degli utenti laddove lo reputerà necessario. Per quanto riguarda i rapporti tra fornitori di contenuti (Google, Netflix e altri) e gli ISP, e anche nel giudizio da applicare ai comportamenti dei singoli provider, la commissione di Capitol Hill dice infine di voler esprimere giudizi separati caso per caso.

Il documento FCC contiene fra l’altro 80 pagine di posizioni dissenzienti provenienti dai parlamentari repubblicani, fatto probabilmente inevitabile visto che già le reazioni iniziali del GOP alla net neutrality si erano fatte notare per lo scarso apprezzamento al lavoro della commissione. I provider sono pronti ad avviare le loro cause legali , e anche in questo caso viene confermata la contrarietà alle net neutrality emersa nelle scorse settimane.

Soddisfatti delle regole imposte dalla FCC sono ovviamente i fornitori di contenuti, nonostante le polemiche degli ultimi giorni, mentre Electronic Frontier Foundation avanza qualche dubbio sulle incertezze che scaturiscono dalla valutazione del comportamento degli ISP da fare caso per caso.

Un altro aspetto interessante della net neutrality in salsa FCC, forse non tenuto in debita considerazione dagli “startupper” e dai giovani miliardari che gestiscono i nuovi imperi digitali di Google, Facebook e compagnia, è che con le nuove regole Washington si infila in pianta stabile nella gestione di Internet: i politici di Capitol Hill non hanno inventato la Rete telematica mondiale, si suggerisce sul Wall Street Journal , ma ora possono mettere bocca sul suo futuro.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 mar 2015
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