Niente segnale GPS? Passa su WiFi

Niente segnale GPS? Passa su WiFi

Fare con il WiFi quel che si fa con il GPS, con maggiore precisione e facilità. Ma solo dove c'è copertura. Quindi, dove?
Fare con il WiFi quel che si fa con il GPS, con maggiore precisione e facilità. Ma solo dove c'è copertura. Quindi, dove?

Roma – Scarso segnale sul GPS? Pochi satelliti visti ? Troppi palazzi alti? C’è la soluzione: ricorrere al WiFi . Ne sono convinte almeno due importanti organizzazioni: il
Fraunhofer Institute for Integrated Circuits tedesco e Skyhook Wireless , azienda a stelle e strisce che corona così un’attività di indagine iniziata quasi un anno fa.

Anche stabilire la posizione geografica di un punto sulla Terra, prendendo come riferimento emissioni radio provenienti da punti noti, è un’operazione definita come triangolazione . L’idea dei ricercatori è quella di eseguire il calcolo della triangolazione servendosi di hotspot WiFi , piuttosto che di satelliti GPS.

L’operazione si svolge sfruttando le reti WiFi nel range di portata, quindi misurando l’intensità del segnale radio di ciascun hotspot e confrontando i valori con quelli contenuti in un apposito archivio. Il presupposto è che la posizione precisa di ogni hotspot debba periodicamente essere verificata in modo tale che, quando essa viene riportata nell’archivio, corrisponda a dati allineati con la realtà. L’idea ha il vantaggio, non proprio trascurabile, di non richiedere alcuna connessione ad alcuna rete wireless: basta poterle ricevere e “ascoltare”.

Negli Stati Uniti le aree urbane sono sufficientemente popolate da hotspot perché un simile progetto funzioni. Secondo gli ideatori, il sistema è affidabilissimo per muoversi dentro grandi magazzini, ospedali ed altre strutture simili, spiega Ars Technica , sottolineando che anche Apple si dice convinta del buon funzionamento della novità, al punto da prevederne l’impiego nei prossimi aggiornamenti firmware di iPhone e iPod Touch.

E nel resto del mondo? L’ accuratezza , una delle caratteristiche che rende appetibile l’idea, dipende in modo vitale dalla quantità di hotspot sotto portata radio e dalla precisione e frequenza con cui le rispettive posizioni vanno ad aggiornare il database di cui fa uso il progetto. Due elementi senza i quali il progetto perderebbe di senso. Sembra dunque improbabile che l’idea possa trovare applicazione a livello mondiale se non come elemento di supporto, affiancata al GPS tradizionale.

Peraltro, non è il WiFi il primo mezzo che tenta di sostituire il posizionamento GPS: da diversi anni i Radioamatori impiegano l’APRS (Automatic Position Reporting System), sviluppato da Bob Bruninga, il cui principio di funzionamento è analogo ed è frutto di studi iniziati dai Radioamatori 12 anni prima che l’impiego del GPS divenisse disponibile al pubblico.

Si tratta, in ogni caso, di sforzi compiuti per evitare una vera e propria dipendenza dal sistema GPS. Occorre infatti ricordare che solo da poco tempo il Dipartimento della Difesa statunitense, sul quale ruota l’intera costellazione dei satelliti del sistema, ha deciso di eliminare dai successivi lanci di satelliti la Selective Availability , il mezzo attraverso il quale gli States possono intenzionalmente degradare il grado di accuratezza del sistema per gli usi civili.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
25 gen 2008
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