OOXML vs. ODF, calma e gesso

OOXML vs. ODF, calma e gesso

Da Berlino un invito di Microsoft: non c'è nessuna fretta di scegliere, lasciamo che i tempi maturino. Fa sponda l'ex capo di ECMA: che sia il libero mercato a decidere - dal nostro inviato
Da Berlino un invito di Microsoft: non c'è nessuna fretta di scegliere, lasciamo che i tempi maturino. Fa sponda l'ex capo di ECMA: che sia il libero mercato a decidere - dal nostro inviato

Berlino – “Molto rumore per nulla”. Così Jonathan Murray, responsabile mondiale Microsoft per lo sviluppo delle tecnologie per il pubblico settore, secondo cui la battaglia dei formati si riduce ad un fuoco di paglia: “Molti sentono il bisogno di prendere una decisione adesso: ma qualsiasi scelta operata oggi, non sarebbe una scelta saggia”.

Jonathan Murray È una convinzione per Microsoft, quasi un mantra, che l’azienda aveva già recitato e sul quale ora torna Murray nella chiacchierata con Punto Informatico a Berlino, a latere del Global Leadership Forum 2008 . Per argomentare, Murray questa volta prende ad esempio le tecnologie di rete: oggi lo standard di fatto è il TCP/IP – dice – e a nessuno verrebbe in mente di proporre altro. Eppure, non troppi anni fa, esistevano altri protocolli : tutti avevano una certa diffusione, e tra i più quotati figurava Token Ring di IBM. “Quello che sarebbe successo se gli Stati Uniti avessero deciso di adottare Token Ring come unico standard – ironizza – è che oggi non esisterebbe Internet”.

Il riferimento alle scelte operate da alcune nazioni a favore di Open Document Format (ODF), ultima l’Olanda, è evidente: “Sarà il mercato a decretare uno standard” sostiene Murray, che sottolinea come tutta questa attenzione per standard e formati è un caso unico nell’informatica: “Basti guardare cosa succede per i podcast: lì ci sono tanti formati, tanti protocolli. FLV non è neppure standard ISO, ma tutti – compreso YouTube – lo utilizzano senza problemi”.

Il problema è l’innovazione, sostiene il dirigente Microsoft. Non si tratta di formati, insiste, al centro non c’è la guerra tra ODF e OOXML e tutti gli altri formati, tutti con differenti fautori: è piuttosto una questione di lasciare lo spazio che serve, a tutti, di permettere al mercato di operare le sue scelte e semmai decretare in futuro un vincitore. Che forse non sarà neppure uno dei formati odierni, un’ipotesi questa che anche gli esperti del Burton Group sembrano ritenere plausibile .

La vera sfida, lo dice Murray ma certo non solo lui, si gioca sull’implementazione degli strumenti per accedere a questi formati : che alcuni possano essere migliori di altri per quanto attiene all’interoperabilità, come affermato di recente proprio dal Burton Group , è un fattore secondario ma non troppo. La scelta spetta a chi prenderà decisioni, spesso basandosi sulla mole di documenti che ha già prodotto negli anni. Il riferimento è alle imprese, certo, ma soprattutto alle pubbliche amministrazioni, agli enti locali, a tutti quegli ambiti in cui non solo la produzione documentale ma anche la ricerca di documenti, la loro archiviazione e la possibilità di recuperarli in qualsiasi momento sono questioni centrali. E destinate a determinare decisioni strategiche.

Murray puntualizza che la sua divisione non ha a che fare con la vendita di alcunché ma la sensazione è che Microsoft sia consapevole della propria posizione, della mole di tecnologie Windows installate nel mondo, della persistente popolarità della sua suite da ufficio. In ogni caso – precisa però il dirigente – OOXML ormai è uno formato aperto , e Microsoft non potrà far altro che adeguarsi alle decisioni che ECMA e ISO prenderanno al riguardo. Come noto, ECMA ha già promosso OOXML mentre procede in una corsa ad ostacoli la formalizzazione quale standard in ISO.

In ECMA, peraltro, Microsoft trova molti sostenitori. Lo fa capire a Punto Informatico qui a Berlino anche Jan van den Beld , ex segretario generale di ECMA che ha lasciato la carica lo scorso dicembre. Esordisce con una frase emblematica: “È molto importante che OOXML sia uno standard, è una occasione importante per togliere dalle mani di Microsoft la modellazione di un formato, e porla nelle mani degli utenti”.

Jan van den Beld E delle difficoltà incontrate in ISO? Jan liquida la questione con una battuta: “Se ISO opponesse un no definitivo a OOXML, se gli preferisse definitivamente ODF, il giorno dopo i funzionari WTO sarebbero negli uffici ISO a protestare”. La decisione su quale formato sia il migliore, sostiene con decisione, spetta al libero mercato .

Alla domanda diretta su quale secondo lui sia, appunto, il formato migliore, Jan scuote la testa: “È impossibile dirlo oggi, e comunque questa è una domanda a cui non darò mai una risposta” dice, con un sorriso sulle labbra. Ma una battuta la fa: certo, oggi OOXML sembra offrire più funzioni di ODF, “basti pensare a fogli di calcolo, presentazioni” spiega. Ma poi corregge il tiro: dopo 20 anni di esperienza nel settore, spiega, è chiarissimo che il “formato definitivo” non è stato neppure ancora inventato. W3C e altri spingono ancora sulle rispettive creazioni: ma nessuno, almeno per il momento, sembra avere la meglio. La scelta, se mai una scelta ci sarà, sarà il risultato di una democratica selezione naturale – in perfetto stile darwiniano – basata sulla qualità degli strumenti costruiti attorno a ciascun formato.

Van den Beld getta acqua sul fuoco, in particolare su quella di chi punta a velocizzare il più possibile le decisioni sui formati. E cita il caso di ODA: era un formato emerso da un accordo trasversale tra i player del settore. “Ma nessuno ha creato un prodotto che lo supportasse – spiega – e così è finito nell’oblio”. Oggi ODA non esiste più, ed è una fine che nessuno si augura, almeno apparentemente, per i due standard in competizione .

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
23 gen 2008
Link copiato negli appunti