Roma – Domini al centro in una nuova interrogazione del senatore Verde Stefano Semenzato che già nei giorni scorsi aveva affrontato l’argomento. Chiesto il “commissariamento” del NIC italiano. Ecco il testo:
“al Ministro delle Comunicazioni
Premesso che
– Mancino.it, Angius.it, Laloggia.it, Maceratini.it, Servello.it, Pieroni.it, Peruzzotti.it, Petruccioli.it, Elia.it, Dipietro.it, Andreotti.it e ancora quasi tutto il gruppo dei Verdi e moltissimi altri senatori risultano avere il loro cognome registrato presso “l’Autorità di registrazione”, organismo abilitato a concedere l’esclusiva dell’uso di un marchio o nel nostro caso di un cognome nell’ambito dei domini Internet appartenenti all’Italia (.it);
– una consistente parte dei cognomi dei Senatori risulta registrata da Luisella Garau, di Olbia, che fonti giornalistiche mettono in diretto collegamento con l’editore Grauso che ha recentemente annunciato di aver acquistato 500.000 domini.it;
– questa situazione si è venuta a creare dopo la cosiddetta liberalizzazione nell’acquisto dei domini con finale .it decisa dalla “Naming Autority”, l’organismo che decide le procedure per l’accesso a Internet, a metà dicembre del 1999. Una decisione che permette a chiunque abbia una partita I.V.A. di acquistare un numero illimitato di domini.it;
– pur esistendo da parte dei singoli la possibilità di ricorso verso la “Registration Autority”, l’organismo che assegna i domini applicando le direttive della “Naming Autority” per ottenere l’annullamento della concessione, è del tutto evidente che si è creata una situazione paradossale e, almeno, potenzialmente lesiva dei diritti di molti cittadini dato che il codice civile tutela i singoli da qualsiasi abuso del proprio nome (art. 6 e 7 del codice civile);
– emerge con molta evidenza l’incapacità della struttura attuale, articolata su un livello normativo e di controllo (Naming Autority) e su uno più propriamente operativo (Registration Autority), di regolare la situazione contemperando le esigenze di mercato e di sviluppo di Internet con la tutela dei diritti dei cittadini;
– tale incapacità va fatta risalire alla logica puramente mercantile degli organismi preposti che ha portato alla indiscriminata liberalizzazione del 15 dicembre e che è riassunta dallo slogan “registra il tuo dominio prima che lo faccia qualcun altro!”, che apre la pagina Web della “Registration Autority”;
– appare decisamente sconcertante che l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, rappresentata in seno al Comitato esecutivo della “Naming Autority” italiana da Francesco Nonno e Sergio del Grosso, così come la Commissione TLC del Ministero delle Comunicazioni abbiano dichiarato nella seduta del 2 ottobre 1998 di voler avere solo ruoli di osservatori;
considerato che
– lo sviluppo di Internet richiede regole di tutela degli utenti e dei cittadini in generale;
– si rende necessario regolamentare la situazione attuale e ancor più quella futura quando si porrà il problema di assegnare i domini europei (.eu);
si chiede di sapere
– se non si ritenga opportuno intervenire legislativamente sulla materia con norme che evitino abusi e diano garanzie sia per gli operatori e utenti di Internet si per i cittadini tutti;
– se non si ritenga – nell’ambito della riforma del sistema delle comunicazioni (AS 1138) in discussione al Senato della Repubblica di introdurre norme legislative che assegnino all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni i compiti attualmente svolti dalla “Naming Autority” e dalla “Registration Autority”, o in alternativa che si assegni all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni e al Garante per la privacy il compito d’indirizzo e di controllo sull’attività delle strutture esistenti.
Sen. Stefano Semenzato