Web – Mi chiedo di quali domini .it si possa parlare oggi. Ho una azienda in costituzione che cerca disperatamente un nome di dominio .it non registrato per operare. Da giorni compio ricerche su dizionari di latino, greco, italiano, inglese, persino mitologici. Tutte le parole di dimensioni inferiori a 6 caratteri che abbiano un significato “positivo”, in grado di suscitare una qualche reazione istintiva, risultano registrate.
Dopo decine di controlli nel database del NIC da me effettuati, pare che il “picco” delle registrazioni si sia verificato tra dicembre e gennaio 2000, in coincidenza con la liberalizzazione degli stessi.
Ma non è questo a preoccuparmi: non sono contro le evoluzioni naturali. Il punto è che di “naturale” c’è ben poco: 8 domini su 10, inclusi quelli registrati un minimo di 6 mesi fa, puntano a una bella pagina bianca, se digitati nel browser. Una pagina che sembra muta, ma dice tutto: “sono qui per privarti del diritto di registrare il dominio che mi ospita. Se mi vuoi, pagami”.
E così mi sono magramente accorto di quanti domini potenzialmente “interessanti” sono oggetto di speculazione. Ma non parlo certo di amazon.it o geocities.it, nè tantomeno di nomi di oggetti comuni. Mi riferisco a citazioni latine, combinazioni di parole specifiche nel campo della comunicazione (ovvero la mia area di business), mix di lingue diverse che risultano registrati negli ultimi mesi.
Quanto sta accadendo non è una evoluzione delle rete, piuttosto una strozzatura tipicamente capitalistica e frutto di azioni “estreme”. Prima niente, poi tutto. Prima un dominio per soggetto giuridico, poi quantità infinite. La cannibalizzazione dei domini alla quale assistiamo impotenti non potrà che sortire un unico effetto: diminuzione del valore di una presenza in rete, che dovrà rinunciare alla più piccola relazione tra la propria attività e il nome di dominio. Inoltre, le vittime di tale situazione non sono i soli operatori Internet, come si potrebbe pensare. La speculazione dei domini coinvolge tutti, prima o poi.
Non voglio rassegnarmi all’idea di utilizzare un nome di “fantasia” e trasfromarlo in brand per dare personalità ai miei servizi: occorrerebbero risorse in termini di marketing che non posseggo, né tantomeno aspiro alla compilazione del modulo di registrazione nello stesso modo in cui attivo un indirizzo email gratuito: gigi91@dominio.com o, peggio ancora, in assenza di suggerimenti, asgsgdd@dominio.com.