Web (Internet) – Dal giorno della sua nascita ad oggi, il chipset Intel 820 ne ha viste di cotte e di crude: prima ritardi a non finire per problemi legati alle Rambus DRAM (inizialmente l’unico tipo di memoria supportato da questo chipset), poi altri problemi che hanno impedito l’utilizzo di più di due banchi di memoria, infine tappe forzate da parte degli ingegneri di Intel per renderlo compatibile con le normali memorie SDRAM, una compatibilità che oggi viene però messa in discussione dagli utenti.
Sembra infatti che ultimamente moltissimi acquirenti di schede madri dotate di chipset i820 con supporto per le DIMM abbiano avuto diversi problemi di compatibilità con alcuni moduli di vari produttori: in particolare il computer si rifiuterebbe di fare il boot o diverrebbe improvvisamente instabile.
Intel ha prontamente replicato alle lamentele affermando che la colpa è dei produttori di memorie i quali, per risparmiare, ometterebbero di includere nei loro chip, o di programmare con i giusti valori, le EEPROM necessarie alla compatibilità SPD (Serial Presence Detector), un sistema che passa al BIOS dei PC le giuste informazioni sulla memoria in uso (dimensione, velocità, voltaggio, stati di attesa, ecc.). Queste informazioni, dichiara Intel, sono obbligatorie per ogni memoria di tipo PC100 e sono fondamentali affinché il chipset i820 funzioni a dovere.
Dall’altra parte, però, i chip maker chiamati in causa affermano che non solo è ormai assai raro trovare sul mercato memorie sprovviste di SPD, ma che è praticamente impossibile che questa incompatibilità colpisca circa 200 differenti produttori di moduli SDRAM. Essi ritengono, pertanto, che il problema stia, ancora una volta, nel chipset di Intel.
Se il difetto venisse confermato, probabilmente Intel farebbe meglio a lasciar perdere per sempre il numero 820: in certi casi, infatti, meglio dar retta alla nonna: il malocchio è affar serio.