Rivoluzione francese per l'Open Source

Rivoluzione francese per l'Open Source

Si basa su cinque principi fondamentali la proposta shock con cui alcuni parlamentari transalpini fanno dell'open source una questione di sicurezza nazionale. Microsoft si dice contraria e preoccupata
Si basa su cinque principi fondamentali la proposta shock con cui alcuni parlamentari transalpini fanno dell'open source una questione di sicurezza nazionale. Microsoft si dice contraria e preoccupata


Parigi – Microsoft ha appena messo in guardia sui nuovi rischi per l’innovazione e la proprietà intellettuale, che già in Francia prende corpo il dibattito scatenato da una proposta “schock” di alcuni parlamentari socialisti . Una “visione” che pone l’open source al centro dell’informatica e della telematica pubblica perché più sicuro, controllabile, compatibile.

Il dibattito che si sta aprendo oltr’Alpe e che pare destinato ad allargarsi rapidamente anche ad altri paesi europei, è scaturito da una proposta di legge presentata alla fine del mese scorso. Una proposta che richiede alle amministrazioni pubbliche e a tutti gli enti statali e parastatali che hanno un rapporto con il pubblico, di fare uso di sistemi informativi open source. “Questo è necessario – indica la proposta – per fare sì che tutti possano sviluppare, pubblicare e utilizzare software compatibile, per controllare che non vi siano backdoor di comunicazione inserite nei programmi e per non far dipendere sistemi pubblici dalle strade di sviluppo di un singolo fornitore”.

La “discesa” in campo di Microsoft nelle scorse ore è il segnale che la vicenda è destinata ad allargarsi. Secondo Microsoft, sono sacrosanti i diritti all’accesso libero all’informazione pubblica e alla sicurezza dei dati, ma “se questa legge passasse, fare business con le pubbliche autorità diventerebbe molto difficile”.

La proposta che spaventa le grandi del computer business gira attorno a cinque nodi fondamentali basati su principi storici, giuridici e costituzionali, vale a dire: libertà di accesso alle informazioni, possibilità in qualsiasi momento di individuare dati e informazioni pubbliche, sicurezza nazionale, sicurezza per il consumatore e interoperabilità dei sistemi.

Nel dettaglio, la proposta sostiene che la garanzia di accesso libero alle informazioni pubbliche possa essere fornita soltanto se le procedure utilizzate per codificare o comunicare i dati non dipendono da tecnologie proprietarie ma piuttosto da protocolli e sistemi pubblici, ovvero da standard aperti.

Il principio della “retroindividuazione” di un documento è imperniato sulla considerazione che, dopo decenni, un documento pubblico dev’essere sempre disponibile nel formato in cui fu prodotto inizialmente. E questo significa che quel formato non può dipendere da una tecnologia proprietaria e, dunque, richiede un sistema open source. Non solo, per quanto riguarda la sicurezza, soltanto un codice software liberamente esaminabile da chiunque mai potrà contenere una “backdoor” per sistemi di controllo (Echelon docet..).

Come previsto nella direttiva comunitaria del 1991 un ruolo centrale è quello della competizione tra produttori. Che si tratti di free software o meno, la proposta di legge vuole dare a tutti il diritto a creare programmi compatibili con gli standard di comunicazione e di software esistenti. Questo significa anche maggiore scelta per il consumatore che potrà di volta in volta valutare i prodotti più adatti alle proprie esigenze, o adattarli da sé liberamente.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il
28 apr 2000
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