Web – SETI@home compie il suo primo anno di vita. Dal 17 maggio del 1999 ad oggi l’ormai noto screen saver “che cerca gli UFO” è stato scaricato da 2 milioni di persone.
Due milioni di persone in cerca di cosa? Ma di E.T., naturalmente, o dei leggendari vulcaniani, o di quegli strani esserini dalla testa a pera che si dice siano surgelati al di sotto della fantomatica Area 51 nel deserto del Nevada. Una cosa sembra accomunare gli innumerevoli partecipanti: la certezza che in questa galassia non siamo soli. E’ per questo che il progetto ha avuto una eco vastissima ed è per questo che ora concorrono al suo successo la bellezza di 226 paesi attorno al mondo.
Il progetto SETI, al quale SETI@HOME sta fornendo una collaborazione molto più che preziosa, non è nato ieri. Da 40 anni circa i suoi scienziati scrutano le stelle con ogni tipo di strumentazione alla ricerca di un segnale, un solo piccolo segnale che possa accendere un barlume di speranza. Fino a pochi anni fa, però, con le tecnologie a disposizione era come cercare un ago in un pagliaio…
Ciò che è stato messo in piedi, inoltre, come illustrato in un bell’articolo di Stand By, rappresenta, ancora prima che la ricerca di nuove forme di vita, una formidabile macchina di calcolo, come mai ve ne sono state nella storia. Un “organismo vivente” di calcolatori tesi ad un mèta. Oggi la mèta è la più ambiziosa, ma sono moltissimi gli scopi e i progetti che nello stesso modo potrebbero e potranno essere realizzati. In qualche modo, Seti@Home ha aperto le porte ad un modo nuovo di intendere internet e il mondo del computing.