Arrivano le scuse di NetFraternity

Arrivano le scuse di NetFraternity

Il presidente dell'azienda si rimangia la querela annunciata e si scusa. Ma confonde mailbombing, hacking, virus, leggi filippine e libertà digitale. Lasciando molto spazio alla fantasia
Il presidente dell'azienda si rimangia la querela annunciata e si scusa. Ma confonde mailbombing, hacking, virus, leggi filippine e libertà digitale. Lasciando molto spazio alla fantasia


Roma – Invoca una rettifica che non ha mai chiesto, nega che il suo avvocato abbia preannunciato una querela, si scusa e fa un minestrone di tutto il cyberscibile, dal concetto di mailbombing a quello di pirateria, dai virus alla libertà digitale, passando addirittura per la legislazione filippina: c’è questo ed altro nella lettera aperta a Punto Informatico vergata dal presidente di NetFraternity Alberto Vazzoler e pubblicata online nelle scorse ore. Eccola qui di seguito spezzata in due parti per consentire a chi legge di “tirare il fiato”:

“Alla cortese attenzione di PUNTO-INFORMATICO,
Vi scrive Alberto Vazzoler, presidente di NetFraternity: Innanzi tutto grazie!
Dal 1997 (anno di nascita in Italia del primo “Free Internet” o se preferite “Pagati per navigare”) al corrente 2000 (anno in cui abbiamo superato 1.600.000 iscritti in Italia), abbiamo avuto solamente nel lontano luglio del 98 l’onore di veder pubblicato un articolo riguardo a NetFraternity sul vostro giornale. Poi improvvisamente due in un giorno!
Crediamo che a questo punto (informatico) un diritto di replica ci debba essere concesso. Ho personalmente scritto due giorni fa alla vostra redazione dopo aver letto l’articolo Mailbombing su NetFraternity precisando che:
-Non abbiamo ricevuto nessuna mail bombing, a meno che non si intendano per mail bombing una trentina di mail scritte da internauti probabilmente affetti da dislessia (scrivono il k al posto della c, per intenderci).
Mi sono limitato a proporVi una rettifica, permettendomi di chiederVi come mai non ci avevate interpellati per conoscere la nostra versione dei fatti (una regola correttamente rispettata, per esempio, da Repubblica.it, che ci ha prontamente contattato per chiedere la nostra versione dell’accaduto).
– Il mail bombing, anche se esiste una diatriba relativa al fatto se configuri o meno un reato, non è mai una cosa tanto simpatica da enfatizzare, soprattutto in questi ultimi tempi dove le notizie di pirateria informatica sono all’ordine del giorno.
– Il simbolo “NETFRATELLASTRI”, pubblicato insieme all’articolo, ci pare sconveniente. E ‘ come se noi pubblicassimo un logo “PUNTACCIO INFORMATICO”.
– Il famigerato link è una porta d’accesso per un sito di un forum di discussione che contiene una serie di gravi calunnie.
Non tanto nei miei confronti (siamo certi infatti, visto il Vostro modus operandi, che la cosa non Vi importerebbe granchè) ma nei confronti del giudice che presiede la causa in oggetto (leggi giudice stronzo e giudice venduto).”

Egregio dottor Vazzoler, se segue Punto Informatico sa che le scelte editoriali del nostro giornale sono sempre state e sempre saranno autonome. Se NetFraternity cerca pubblicità su queste pagine può scrivere all’email indicata in home page e comprare i nostri banner, tra l’altro scontatissimi in questo periodo e a disposizione di tutti indistintamente.

La sua prima lettera inviata in redazione, pubblicata nella seconda pagina di questo articolo, aveva un titolo inequivocabile: “DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA” (maiuscolo nell’originale). Parlava di fatti già specificati nell’articolo a cui si riferiva e annunciava l’analisi di un eventuale provvedimento giudiziario nei confronti di Punto Informatico. Quella lettera non conteneva alcuna richiesta di rettifica la cui pubblicazione non sarebbe mancata, come mai è mancato su Punto Informatico in cinque anni di attività sulla rete uno spazio aperto a chiunque volesse replicare.

Il giorno successivo è arrivata l’email del suo avvocato, intitolata “QUERELA” (maiuscolo nell’originale), in cui, come si può leggere nella seconda pagina di questo articolo, si annunciava l’apertura di un procedimento legale contro il nostro quotidiano online. (continua)


“Sulla gravità del reato di calunnia ad un pubblico ufficiale spero che non ci sia da discutere, o forse sì: dato che ormai su Internet in nome della libertà pare che si possa fare qualunque cosa come ad esempio infettare i computer di mezzo mondo restando impuniti, dato che nelle Filippine non esistono leggi a riguardo.
Esistono inoltre nel forum istigazioni ad attacchi informatici ai nostri sistemi.
In un articolo addirittura, abbiamo potuto leggere una spiegazione dettagliata sulle procedure da adottare. Abbiamo già provveduto a denunciare alle autorità competenti il fatto e ci risulta che siano in corso delle indagini. Sarà il magistrato a verificare eventuali responsabilità.
Nessuna querela o minaccia di querela diretta nei vostri confronti quindi.
Se avete capito in questo senso probabilmente ci siamo espressi male e vi chiediamo scusa per l’equivoco.
Relativamente alla scarsa deontologia professionale dimostrata con la mancata verifica delle informazioni pubblicate o comunque sulla caduta di stile evidenziata con la pubblicazione di un link ad un forum come quello sopracitato, (senza spendere qualche minuto per analizzarne i contenuti) non ci pronunciamo e saremmo comunque gli ultimi che si potrebbero permettere di dare delle lezioni..
Saranno i Vostri lettori a giudicare.
Semprechè pubblichiate questa nostra replica.
Per intanto sul nostro portale Rapido.it la troverete già pubblicata all’indirizzo http://www.rapido.it.
Con i migliori saluti.
Alberto Vazzoler”

Prendiamo atto che non saremo querelati ma l’equivoco, ahilei, non l’abbiamo creato noi.

Non so perché ritiene che Punto Informatico debba occuparsi in questa sede di dislessia o del reato di calunnia ad un pubblico ufficiale o perché debba prendere atto delle poche righe in cui sintetizza temi (virus, libertà digitale, attacchi informatici, libertà di link) di cui questo giornale si occupa da anni. Non prendo neppure in considerazione l’accusa di scarsa deontologia professionale perché le fonti che il nostro giornale ha ritenuto di consultare per realizzare quell’articolo sono state come sempre verificate.

Mi permetta quindi di rinviarla invece ad una attenta rilettura delle email che in redazione sono giunte da lei e dal suo avvocato. Auguri, Paolo De Andreis .

LETTERA DI VAZZOLER A PUNTO INFORMATICO DEL 17.05.2000

“DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA
Scrive Alberto Vazzoler presidente di Netfraternity.
Riguardo al vostro articolo su Netfraternity e Payland riteniamo che nessun giornalista avveduto possa pubblicare nulla del genere se prima non ha consultato la controparte.
-Non abbiamo ricevuto nessun mailbombing.
-La causa intentata contro Payland sta seguendo le vie giudiziarie previste dalla legge
-Abbiamo dato mandato ai nostri legali per verificare se l’articolo da voi pubblicato possa configurare il reato di diffamazione a mezzo stampa
Attediamo uan vostra replica
Alberto Vazzoler”

LETTERA DELL’AVVOCATO SERGIO CALVETTI, LEGALE DI NETFRATERNITY

“QUERELA
Scrive Sergio Calvetti avvocato in Treviso difensore di Netfraternity Network S.p.a.
Vi informiamo di aver denunciato/querelato il legale rappresentante di Payland.com S.r.l. e dei suoi collaboratori per il reato di diffamazione a mezzo stampa essendosi reso/i responsabile/i della divulgazione del Forum dalla stessa promosso di messaggi diffamatori nei confronti del dr. Alberto Vazzoler legale rappresentante di Netfraternity.
Il link contenuto nella vostra testata giornalistica on-line integra secondo il mio parere analoga attività delittuosa.
Di conseguenza verrà avviata nei vostri confronti un’ analoga richiesta all’autorità giudiziaria competente.
Il compito dell’editore è quello di informare i lettori della cronaca quotidiana verificando i contenuti dei testi non di propria e diretta redazione, ricadendo in caso di negligenza nel dolo indiretto e/o colposo.
Di tanto era mio dovere informarvi.
Avv. Sergio Calvetti”

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Pubblicato il 22 mag 2000
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