Roma – Non tutti gli utenti internet sanno che navigando su certi siti e interagendo con i servizi offerti si viene “profilati”, sgradevole neologismo che indica tutto ciò che va dal monitoraggio del comportamento online dell’utente all’associazione di questo elemento con i suoi dati personali. Profilazione, insomma, nelle sue varie forme, significa “accaparramento di dati”. Lo scopo principale è, naturalmente, raggiungere una migliore comunicazione pubblicitaria attraverso una maggiore conoscenza della propria “audience”.
Per questo l’ufficio del Garante della Privacy ha confermato l’avvio di un monitoraggio sui siti italiani, per capire quali sono gli strumenti di profilazione messi in atto e fino a che punto gli utenti vengano messi in condizione di sapere di essere monitorati da un “grande occhio elettronico”.
Il Garante, Stefano Rodotà, ha spiegato che i siti devono chiedere agli utenti il consenso al trattamento dei dati personali, devono offrire garanzie, “perché ciò che è illegale offline è illegale anche online”. Rodotà ha ricordato che l’organizzazione europea dei garanti per la privacy sta pensando ad una sorta di “bollino” di certificazione per i siti che rispettano le linee guida per la tutela della privacy degli utenti internet.