Los Angeles (USA) – “Io sto dalla parte dell’innovazione, non delle dispute”, queste furono le parole che Bush espresse la scorsa primavera a proposito del caso Microsoft, quando ancora la Casa Bianca era una meta probabile ma non certo sicura.
Bush non ha mai nascosto di essere sostanzialmente contrario alla decisione presa dal Dipartimento di Giustizia americano circa la divisione in due parti di Microsoft, e del resto per i repubblicani l’antitrust è un pedale da usare con molta sensibilità, a piede leggero.
Sono molti i media americani, fra cui Reuters e il New York Times, che si domandano come e fino a che punto l’elezione di Bush a Presidente degli USA potrà influenzare il processo di appello ormai alle porte. È infatti convinzione generale che ora le cose per Microsoft potrebbero mettersi meglio.
Frazionamento del gigante dunque sventato? Gli avvocati di Microsoft sembrano esserne stati sempre convinti, ma non è un mistero che abbiano sperato fino all’ultimo di ritrovarsi a risolvere la questione sotto un governo nuovo, magari repubblicano. Oggi quel governo c’è e tutti si attendono un segnale preciso da Bush e dai suoi ministri che possa far capire da quale parte della bilancia penderà l’ago.
Per il momento il governo Bush non ha avuto il tempo di prendere una decisione in merito ma sembra che la questione abbia una certa priorità nella sua agenda di “technology czar”, come alcuni lo hanno definito.