Bruxelles – Combattere lo spam, l’invio di posta elettronica non richiesta che anche in Europa è divenuto un problema serio per gli utenti Internet: questo il “cuore” di una proposta che viene valutata dalla Commissione europea per giungere, in pratica, alla “messa al bando” della pratica dell’opt-out.
Come noto, mentre l’opt-in prevede che un utente si iscriva di propria sponte ad una newsletter o mailing list, l’opt-out costringe l’utente a disiscriversi se non intende più ricevere quelle email. E dunque è un mezzo che è stato, anche in Italia, utilizzato in più occasioni come “giustificazione” di spam e come strumento per “gonfiare” a dismisura i numeri dell’utenza delle newsletter.
Nel primo incontro per discutere dell’argomento, che sembra stare particolarmente a cuore al commissario europeo per la società dell’informazione Erkki Liikanen, sono naturalmente emerse tutte le difficoltà che combattere lo spam comporta sul piano pratico, proprio per la natura “sfuggente” della Rete e delle tecnologie che possono essere utilizzate per bypassare filtri e altri ostacoli “tecnici” alla diffusione di email non richieste.
Secondo Liikanen, infatti, “ci sono ancora una serie di questioni su come rendere efficace una norma del genere che devono ancora essere affrontate”. L’idea di fondo è quella di estendere alla posta elettronica la stessa tutela sulla privacy prevista per le telefonate e di includere in questo “ampliamento” anche gli SMS e ogni forma di comunicazione elettronica wireless o meno.
Lo stesso Commissario ritiene che “non è semplice” neppure cancellarsi dalle mailing list: “Devi trovare il form giusto, qualcuno a cui scrivere. Credo che le argomentazioni a favore dell’opt-in siano più forti” di quelle a favore dell’opt-out. Sui tempi che richiederà la trasformazione di queste proposte in normative europee, naturalmente, si naviga ancora nel buio.