Web – Tutto è accaduto in un attimo. Senza nessun preavviso e senza alcuna indiscrezione che lo facesse prevedere, in pochi secondi la home page di Deja è stata modificata e trasformata in una pagina di Google, il celebre motore di ricerca. Eh già, perché Google ha annunciato improvvisamente di aver comprato l’immenso patrimonio culturale e sociale costituito dall’archivio Usenet di Deja.com, da tempo in difficoltà finanziarie.
D’un solo colpo la notte scorsa il Deja Usenet Discussion Service è divenuto il gateway Usenet di Google per una somma che Google non ha voluto specificare. Il problema è che il nuovo gateway, sebbene in fase beta, non è lontanamente paragonabile all’interfaccia e agli strumenti messi in piedi da Deja per Usenet e sono moltissimi i frequentatori dei newsgroup che in queste ore stanno protestando.
Google ha spiegato che il servizio di ricerca all’interno dei gruppi di discussione viene ora fornito in “beta”, ed è quindi soggetto a miglioramenti. Ma gli utenti sono stati mandati allo sbaraglio: non si possono più seguire i thread delle discussioni, non si possono più ricercare i gruppi secondo le gerarchie né specificare la datazione di interesse.
Inoltre, non possono essere utilizzati i bookmark che moltissimi hanno usato fino a ieri per entrare direttamente nelle aree di interesse dell’archivio Usenet di Deja, “gonfio” di più di mezzo miliardi di messaggi “depositati” dal 1995 ad oggi.
Come se non bastasse, sul “nuovo goog-net” non si può più selezionare ciò che interessa all’interno della montagna di materiale divenuta improvvisamente del tutto caotica.
Ciliegina sulla torta: il nuovo sistema messo in piedi da Google aggiorna gli archivi ogni 24 ore, un dato decisamente deludente visto che persino Deja, con tutti i suoi problemi economici degli ultimi tempi, riusciva a garantire un aggiornamento molto più frequente. Quest’ultimo fatto è reso ancora più grave dalla notizia secondo cui Google fin dall’agosto 2000 ha iniziato ad indicizzare con i propri sistemi l’archivio Usenet di Deja, evidentemente in accordo con quest’ultima: dunque l’archivio oggi consultabile non comprende i cinque anni e mezzo precedenti….
Per il blasonato, stimato e acclamato Google l’acquisto rischia ora di trasformarsi in un boomerang, sebbene possa almeno per il momento “nascondersi” dietro il fatto che il servizio viene ora fornito in beta e che quindi ci si può aspettare che migliori. E possa anche annunciare che l’acquisizione dell’archivio significa che quel patrimonio non verrà disperso, come si era temuto dopo che Deja aveva annunciato che o trovava un compratore oppure avrebbe presto chiuso l’accesso al colossale archivio Usenet.
Come noto, Deja ha tentato di “agganciare” a Usenet un servizio di commercio elettronico, senza però riuscirvi. Successivamente ha annunciato che l’archivio era in vendita. Due operazioni che sembravano precedere l’imminente “disastro”.
Rimane da capire perché Google, come esplicitava ieri pomeriggio nella pagina di accesso al servizio, non abbia acquisito da Deja anche tutta l’interfaccia di gestione prendendosi poi più tempo per lavorare sulla transizione ai propri standard grafici e tecnologici.
Va detto, comunque, che la reputazione di Google sulla Rete è pressoché inattaccabile e che, dunque, sono molti coloro che credono alle parole dell’azienda quando afferma che l’archivio e gli altri servizi verranno ripristinati presto dopo una loro “ottimizzazione” che consenta di renderli molto più facilmente accessibili e consultabili. Una ottimizzazione che, a dirla tutta, era da tempo inseguita dagli aficionado del sistemone.
Ma un problema che si pongono comunque in molti è quello legato alla proprietà privata dell’archivio più importante nel mondo di Usenet. Una proprietà che oggi sembra mettere a rischio il pieno funzionamento del sistema e domani potrebbe decidere di disfarsene, vista la difficoltà di trarre profitti di un database del genere. E c’è chi arriva a chiedere che “l’ex Deja Usenet” venga gestito da un organismo pubblico americano, per esempio dalla Library of Congress, la più importante biblioteca del mondo.