Roma – Con l’annuncio di un sistema autoimposto di filtri automatici sui contenuti che circolano tra i propri utenti, Napster sembra aver deciso di troncare da sé la propria giovane e travagliata vita.
Il legale dell’azienda, David Boies, ha infatti annunciato venerdì che con un certo filtro che è ormai quasi pronto è possibile bloccare determinati contenuti. Una dichiarazione che ha reso entusiasta Hillary Rosen, boss dei discografici della RIAA, secondo cui: “Ora ci dicono che Napster può filtrare canzoni non autorizzate. L’anno scorso se ne era già parlato in tribunale e a settembre avevano dichiarato che non potevano filtrare i contenuti. Ora sono finalmente qui a dire quello che noi sapevamo da più di un anno, cioè che loro sono capaci di bloccare le opere non autorizzate”.
Stando a quanto dichiarato da Boies, questi filtri saranno applicati in buona sostanza aggiungendo uno step tra l’uploading dei file e la visione dell’indice dei file disponibili “in modo tale che determinati nomi di file potranno essere bloccati”.
Ma a questo punto la RIAA non ha alcuna intenzione di andare a patti con Napster e spiega che “a questo punto del procedimento non riteniamo si debba dare adito ad alcun tipo di negoziazione”.
Napster sembra dunque aver dimostrato “inutilmente” la propria “buona volontà”, condita anche dall’allontanamento dal servizio nei giorni scorsi di un milione di utenti , e già nelle prossime ore il giudice Marylin Patel, che ha ascoltato le argomentazioni delle parti lo scorso venerdì, potrebbe rilasciare una nuova definitiva ordinanza di chiusura contro Napster. Da segnalare, però, che Patel, che lo scorso luglio aveva cercato di chiudere Napster con una prima ordinanza, è apparsa questa volta meno convinta di questa soluzione, quando ha affermato: “Siamo qui per trovare una soluzione con cui entrambe le parti possano vivere, qualcosa che funzioni per tutti”. E nelle ore più difficili per Napster, ore che porteranno secondo tutti gli analisti all’emissione di una ordinanza di chiusura entro pochi giorni e forse già domani, i “fan” del sistemone di file-sharing sono pronti a “cambiare cavallo”.
Sebbene dalle interviste pubblicate dai diversi media emerga un appoggio popolare a Napster e una certa insofferenza verso alcune mosse dell’industria discografica, tacciata di non “sapere affrontare” un “inevitabile cambiamento”, chi oggi usa Napster è consapevole dell’esistenza di numerose alternative e non sembra preoccuparsi troppo delle conseguenze giuridiche di una sentenza che porti alla chiusura del più noto tra i sistemi di file-sharing.
Va però detto che proprio adesso, e in generale negli ultimi quattro mesi di battaglie legali, il numero degli utenti di Napster si è addirittura raddoppiato. Secondo le rilevazioni di Nielsen//NetRatings, più si avvicina la “data della chiusura”, più imponente è l’attività di scambio-file che viene effettuata via Napster.
Secondo l’osservatorio di ricerca, nella scorsa settimana il “traffico” su Napster è aumentato del 28 per cento, e un quarto di coloro che hanno visitato il sito di Napster, napster.com, si è recato nell’area del download del software che consente di usare il sistemone.