New York (USA) – No, Aimster non ha alcuna intenzione di sottomettersi alle decisioni dei discografici americani della RIAA né di chiudere perché secondo la RIAA le sue attività danneggiano i loro interessi. No, Aimster ha ricevuto nelle scorse ore una lettera di diffida e ha deciso di replicare, denunciando i discografici al tribunale distrettuale di Albany, a New York.
“Chiediamo al tribunale – ha tuonato il CEO di Aimster, Johnny Deep – una decisione che renderebbe sbagliato denunciarci, perché non facciamo niente di male”.
Aimster è un celebre software che consente di scambiare file tra utenti Internet ma, in questa versione del sistema, solo tra le persone che sono inserite nella “buddy list”, nella lista degli “amici”. Non solo, Aimster pone ogni trasferimento tra gli utenti sotto la protezione della cifratura dei file, cifratura che rende illegale qualsiasi operazione di decodifica. Si tratta dunque di un sistema molto diverso da Napster.
“La RIAA – ha spiegato Deep – ci ha mandato una lettera affermando che Aimster è identico a Napster e che dovevamo bloccare il file-sharing proprio come fa Napster. Altrimenti saranno guai”.
Deep ha anche messo in chiaro che qualsiasi tentativo mirato a monitorare le attività di scambio-file degli utenti di Aimster rappresenterebbe una violazione della legge dal momento che tutte le trasmissioni avvengono in modo cifrato. “I nostri utenti – ha sottolineato – non possono essere monitorati da alcuno, neppure dai provider Internet. Noi offriamo un servizio di privacy”. Per ironia della sorte, la legge che protegge quei file cifrati, il DMCA (Digital Millennium Copyright Act), è la stessa legge che la RIAA brandisce per attaccare Napster e gli altri sistemi di file-sharing.
Un portavoce della RIAA ha già commentato spiegando che “non abbiamo ancora ricevuto una copia della denuncia e non sappiamo dunque su quali basi sia stata presentata. Abbiamo cercato due volte di incontrare il management di Aimster ma non ci hanno ricevuto. Sembrano dunque intenzionati ad andare in tribunale piuttosto che trovare un’intesa”.
I legali di Aimster non escludono di incontrare la RIAA, ma ricordano che nella lettera di diffida è la stessa RIAA a minacciare per primaun’azione legale e che, dunque, il ricorso al giudice di Albany non è che una mossa cautelativa.