Web – “La maggior parte dei nostri diligenti sforzi non sono stati sufficienti per assicurare ulteriori fondi. Siamo delusi di non poter continuare lo sviluppo di software e servizi per gli utenti dell’Open Source Software. Confidiamo, comunque, che lo sviluppo di Nautilus andrà avanti”.
È questo l’ultimo commiato che l’ Eazel Team ha pubblicato ieri sul proprio sito, un abbandono che mette fine ad un’avventura iniziata verso la fine del 1999, quando alcuni ex dipendenti Apple e AOL si prefissero l’obiettivo di portare su Linux un’interfaccia utente più intuitiva e amichevole che, appoggiandosi sull’ambiente Gnome, potesse rendere finalmente possibile l’entrata del Pinguino nel mercato desktop, sfidando la facilità d’utilizzo di MacOS e Windows.
L’obiettivo dichiarato di Nautilus, questo il nome dell’interfaccia, è quello di portare in Linux ed in altri sistemi aperti un ambiente grafico davvero integrato, che possa offrire “di serie” un’insieme di strumenti, API e wizard in grado di mettere l’utente desktop nelle condizioni di apprendere un solo tipo di front-end, un solo look and feel ed un solo sistema di comando.
Appena un paio di mesi fa questa ormai nota interfaccia è arrivata, dopo oltre un anno e mezzo di sviluppo, alla versione 1.0 , subito seguita dall’attuale 1.03.
In una lettera inviata ieri alla comunità hacker di Gnome, il co-fondatore di Eazel, Bart Decrem, ha ribadito la propria fiducia nel fatto che lo sviluppo di Nautilus, grazie al codice sorgente aperto e pubblicato sotto licenza GPL, potrà essere portato avanti dalla comunità e da aziende open source come Ximian.
Che Nautilus sopravviva è anche interesse del team di Gnome, che dalla recente versione 1.4 lo ha integrato come file manager standard dell’omonimo ambiente desktop, e di aziende come Red Hat, che ne ha recentemente annunciato l’adozione come interfaccia utente standard nelle sue prossime distribuzioni, Dell, che lo impiegherà su tutte le sue workstation Linux, e Sun, che lo ha portato sulla sua linea di workstation Solaris .
Decrem ha fatto sapere che, nonostante la chiusura del sito e di tutte le attività di Eazel, le risorse riguardanti Nautilus, inclusi i codici sorgenti, i binari, i CVS e le mailing-list, verranno ospitati presso il sito Gnome.org .
Eazel sperava di guadagnare attraverso l’offerta di servizi a pagamento accessibili direttamente da Nautilus, ma prima di poter contare su tali proventi aveva necessità di trovare nuovi finanziamenti che la potessero aiutare a rafforzare le proprie attività e continuare lo sviluppo.
Secondo alcuni analisti, Eazel sarebbe l’ennesima vittima della scarsa redditività del software open source, ed in particolare del free software, rinfocolando così il polverone sollevato, diversi giorni fa, dalle critiche di Microsoft alla licenza GPL . E tuttavia, fa notare qualcuno, sarà proprio grazie a questa licenza che il frutto di 16 mesi di lavoro non andrà buttato al vento.