Roma – Gli SMS costano troppo? Probabile. I portali se lo possono permettere? Pare proprio di no, visto l’appoggio incondizionato dato un po’ da tutti all’ SMS strike di cui anche Punto Informatico si è occupato. A quanto sembra, però, si è già entrati nella “fase due”, quella che prevede alcune limitazioni agli invii di SMS, per contenere i costi. Costi che ora potrebbero essere pagati dagli utenti “in natura”.
Tra i primissimi a muoversi in questa direzione è Kataweb , il portalone tuttofare del Gruppo l’Espresso, che un tempo consentiva ai propri utenti di mandare quanti SMS volessero. Poi ha chiesto loro di registrarsi per accedere al servizio e ora limita ad un SMS al giorno il numero di messaggini che i soli utenti registrati possono inviare sui cellulari di amici e conoscenti.
Ora la pagina dedicata di Kataweb spiega all’utente che “I messaggini sono diventati grandi” e che il servizio offre “più sicurezza, più opportunità”. Tra queste possibilità, quella di “conservare un archivio dei messaggi inviati”. Un archivio utilissimo, vista la mole di messaggini che possono essere spediti: “ATTENZIONE: il servizio, gratuito e limitato all’invio di 1 messaggio al giorno, è fornito a tutti gli Utenti che tramite browser vogliono inviare messaggi SMS personali.”
Ma quali dati vuole Kataweb per consentire all’utente di mandare un SMS al giorno e non di più? Il portalone chiede uno streep-tease senza pudori: nome, cognome, email, data di nascita, indirizzo, CAP, Comune, Provincia, stato civile, titolo di studio, componenti del nucleo familiare, numero del proprio telefono cellulare. Inoltre Kataweb si riserva di fornire questi dati a qualsiasi azienda del gruppo che fornisca “supporto” alle attività di Kataweb. Un prezzo da pagare per un SMS al giorno che sembrerà decisamente elevato a chi tiene alla propria privacy.
Un prezzo che diventa ancora più alto se si considera che altri portaloni, come Ciaoweb , consentono di inviare tutti gli SMS che si vuole senza bisogno di alcuna registrazione. Tutt’al più, propongono una registrazione a chi vuole accedere ad una serie di servizi aggiuntivi. Sulla stessa strada anche Clarence.com e Jumpy.it , che si appoggia su GMSBOX e che costringe soltanto a sorbirsi qualche banner nel compiere l’operazione.