Agorà, la bbs, stacca la spina

Agorà, la bbs, stacca la spina

di P. Checchi. La bbs chiude il 2 giugno, salvo diverso avviso. Il server sul quale gira MCS, lo storico software che una generazione di hacker ha tentato di forzare e che ospita e tiene in piedi Agorà, verrà azzittito
di P. Checchi. La bbs chiude il 2 giugno, salvo diverso avviso. Il server sul quale gira MCS, lo storico software che una generazione di hacker ha tentato di forzare e che ospita e tiene in piedi Agorà, verrà azzittito


Roma – Da quasi dieci anni ero abituato ad entrare in Agorà, usando quello strumento antichissimo, obsoleto, molto poco da new economy che è il client telnet. Per coloro che tra gli addetti ai lavori non la conoscessero, Agorà è stata una delle prime bbs storiche italiane, insieme ad MC-Link e Galactica ad offrire un accesso internet di tipo dialup per gli utenti. Era il 1993, le email si pagavano allora 200 lire l’una (anche per la ricezione) e bastava un accredito di 50.000 lire per fregiarsi di un indirizzo internet @agora.stm.it.

Mi ricordo ancora la prima impressione quando ho settato su windows 3.1 il collegamento SLIP con Agorà, su TIA (The Internet Adapter per sessioni terminal). Non funzionerà mai ho pensato: troppe immagini da scaricare per usare Mosaic, troppe GIF. Ed era tutto sommato plausibile visto che le connessioni avvenivano a 2400 bps o a 9600, quando andava bene.

Ma la vera forza di Agorà erano le “Conferenze”. Quelle aree di discussione tematiche che vedevano la nascita di forti movimenti di opinione e dai quali chiunque poteva imparare qualcosa. Si parlava di internet, di matematica, di politica… io stesso ero il moderatore di una conferenza che trattava di “radio networking”.

Facendo un indice dei messaggi delle conferenze si arriva a testi inseriti nel 1989, quando la bbs di Agorà non era altro che un 486 con una multi-seriale e pochi modem ospitato dalle parti di Torre Argentina, nei locali dei radicali storici. Perché Agorà, un po ‘ come Radio Radicale, era una delle forme di espressione “alternative” messe in piedi da Pannella e dai suoi militanti per ovviare alla cronica mancanza di copertura da parte della stampa e della televisione e, soprattutto, per far discutere la gente.

Quasi tutti i grandi temi di quegli anni si ritrovano nei numerosissimi post che ancora oggi si notano scorrendo l’indice cronologico. All’inizio infatti Agorà era aperta a tutti e chiunque (anche i non paganti) poteva esprimere il suo contributo, nel pieno spirito della internet di quei tempi. Una specie di “Dejanews” della telematica italiana, insomma. Con il vantaggio di avere una base temporale più ampia e un clima da “bbs” che è difficile rivivere sui newsgroup o solo farlo immaginare a chi non lo abbia mai provato.

Ebbene, la BBS chiude il 2 giugno, salvo diverso avviso. Il server sul quale “gira” MCS, lo storico software che una generazione di hacker ha tentato di forzare e che ospita e tiene in piedi Agorà, verrà azzittito. Motivi commerciali, visto che l’utilizzo del servizio ormai langue e solo pochissimi ancora si collegano in telnet o direttamente con client terminali tipo Telix o Hyper Terminal. Agorà Telematica è oggi una moderna Web Agency attiva nell’ambito dei servizi Internet rivolti alle imprese, non più di proprietà del gruppo di Bonino.

Non credo che i margini operativi permettano la gestione di servizi in passivo quali la BBS, ma la riflessione sull’evoluzione di internet e sulle dure leggi che questa impone, spesso non trova il posto per i ricordi, o la nostalgia di un periodo in cui tutti sognavano una alfabetizzazione telematica diffusa, ma si compiacevano di apparire ai non “iniziati” ai fischi del modem o al Telix, un po ‘ originali.

Auspico che il gruppo che ora ha raccolto le competenze e l’esperienza di Agorà possa comunque non eclissare quell’archivio di sapere e libero pensare che ha significato Agorà per più di un decennio, magari chissà riaprendo, come era tanto tempo fa, il sistema ai contributi di tutti.

C’è bisogno di uno spazio pulito nel quale ragionare liberamente, trovando rifugio da offerte commerciali che spuntano da banner di dimensioni sempre più ciclopiche, c’è bisogno della serietà del terminale sull’eterno carnevale di colori, suoni, browser diversi. Lo so, è difficile fare pubblicità con i caratteri ascii, ma noi non siamo così esigenti, e ci accontentiamo.

Pierluigi Checchi

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Pubblicato il
18 mag 2001
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