Nuova Delhi (India) – La lunga marcia contro l’anonimato online e contro le garanzie di espressione libera sulla Rete prosegue inarrestabile anche in India, paese che in molte occasioni si è mostrato attento alle esigenze dello sviluppo di Internet e delle nuove tecnologie.
Da oggi a Bombay, una delle principali metropoli indiane, chiunque voglia accedere ad Internet da luoghi di accesso pubblici, come i numerosi internet café, deve essere provvisto di una “carta di identificazione” speciale, un documento “anti-anonimato”.
Noto come “I-Card”, questo documento di identificazione è stato adottato dalle forze di polizia della città sotto forma di sperimentazione. L’idea di fondo, quella cara alle istituzioni e alle forze di polizia di molti altri paesi, è di impedire che l’accesso ad Internet possa essere liberamente sfruttato anche dai criminali. L’identificazione di ogni utente che accede alla Rete, dunque, avrebbe uno scopo “preventivo”.
Pur in modo molto diverso, sono tanti i paesi, anche occidentali, che da tempo stanno inseguendo forme di “controllo” sui punti di accesso pubblici. Al contrario dei computer di casa o di ufficio, infatti, i computer degli internet café o degli internet point vengono utilizzati durante il giorno da molte diverse persone, delle quali è difficile monitorare le attività online. Per ovviare a questo, anche in Italia sono sempre più numerosi gli internet café che chiedono un documento di identificazione all’utente, annotando nei propri registri il tempo passato online e il numero del documento stesso.