Web – Il viaggio di Google verso la creazione di strumenti che conservino porzioni storiche della Rete e della sua evoluzione, come la documentazione dei messaggi dei suoi utenti, sembra procedere speditamente. Il motore di ricerca, divenuto ormai un punto di riferimento anche per chiunque intenda seguire da vicino Usenet, ha annunciato di aver aggiunto anche la possibilità di pubblicare propri messaggi dall’ interfaccia web di Google.
Il passo avanti è notevolissimo, perché finora il servizio newsgroup in beta che Google ha (ri)messo in piedi dopo aver acquisito il database da Deja.com soffriva dell’evidente limitazione di non poter postare messaggi sui gruppi di cui si poteva però leggere il contenuto.
Altra “novità” è che, per pubblicare un messaggio, Google chiede una registrazione composta da indirizzo email valido e scelta di password. Nonostante un dettagliato contratto per la registrazione, Google non chiarisce cosa farà delle email inserite dagli utenti per accedere al servizio. E c’è anche da dire che altri servizi online che consentono di effettuare inserimenti e posting su Usenet, come Mailgate , non richiedono una registrazione obbligatoria.
Un problema del postare dopo essersi registrati è che nei messaggi pubblicati appare anche l’indirizzo di posta elettronica con cui ci si è registrati. Per “ovviare” a problemi di privacy e soprattutto di spam, a cui spesso sono sottoposti gli indirizzi email pubblicati su Usenet, Google consiglia una lista di provider di web-email gratuite a cui ci si può iscrivere per postare i propri messaggi con, dice Google, “un account anonimo “. Non dice, però, che la maggioranza dei servizi listati chiede, per ottenere la mailbox, tutto quello che va dal nome e cognome fino alla data di nascita passando per la professione. Sebbene sia comune non dare i propri dati personali “veri” a questi servizi, i contratti che si sottoscrivono online impongono la fornitura proprio di quelle informazioni…
Tra i vantaggi della registrazione c’è la possibilità di cancellare un messaggio postato qualora ci si “penta” di averlo pubblicato. Per farlo occorre comunque scrivere ad un indirizzo di Google secondo modalità specificate nelle FAQ dell’area.
E ‘ anche possibile inserire nei messaggi inviati un comando che impedisce agli archivi di Google e ad altri archivi di mantenere quel messaggio nel database, limitando così la sua reperibilità “nel tempo”.
Proprio la possibilità di ricercare messaggi archiviati anche anni fa all’interno di Usenet aveva scatenato alcune riflessioni sul New York Times nei giorni scorsi, riprese poi anche da alcuni giornali italiani online. Riflessioni secondo cui una tale facilità di ricerca dei messaggi avrebbe potuto trasformarsi in una possibile violazione della privacy degli autori.
Una tesi “dismessa” da Google perché Usenet è un ambito pubblico e, dunque, quanto viene pubblicato non può essere considerato privato. Ma è evidente che la facile aggregazione dei messaggi che un individuo può aver pubblicato nel corso degli anni mette a disposizione di chiunque nuove forme di informazioni. E la “mossa” di Google che consente di non mantenere in archivio i messaggi sembra venire incontro a queste preoccupazioni.
Rispetto ad altri servizi di accesso ai newsgroup, infine, Google offre una disponibilità che copre, praticamente, “tutta Usenet”. Non è un caso che l’azienda stimoli alla partecipazione spiegando che dalle sue pagine è possibile rispondere alla bellezza di più di 650 milioni di messaggi pubblicati su Usenet dal 1995 ad oggi.