Orem (USA) – Dopo i clamori suscitati nella comunità open source dal nuovo modello di licenza adottato da Caldera con il suo nuovo OpenLinux, l’azienda sembra ora volersi “far perdonare” rilasciando gratuitamente, a partire dalla prossima settimana, le immagini ISO di OpenLinux.
Le immagini saranno disponibili, insieme ai pacchetti RPM e SRPM , di entrambe le versioni di OpenLinux 3.1, la Workstation e la Server, e potranno essere utilizzate gratuitamente per scopi non commerciali.
Caldera sembra essersi molto risentita dei commenti che qualche giorno fa utenti e media hanno fatto circa la sua scelta di passare, con la nuova versione di OpenLinux, ad un modello di licenza per singola postazione. L’azienda sostiene infatti che utenti non commerciali e sviluppatori potranno continuare a valutare il prodotto gratuitamente, risparmiando dunque i 59$ della licenza.
Di certo Caldera non è stata molto rapida nel chiarire la situazione, visto che ha rilasciato un comunicato stampa ben 24 ore dopo l’annuncio di OpenLinux 3.1, e comunque rimane il fatto che è la prima volta che un modello di licenza “per postazione” viene introdotto nel mondo open source.
“Fare sì che i nostri prodotti Linux siano disponibili gratuitamente per il download è sempre stato parte della nostra politica”, ha commentato in via non ufficiale Porter Olsen, capo del supporto tecnico di Caldera. “E’ stata una sfortuna quella di non essere riusciti a rendere disponibili questi download al tempo in cui sono stati annunciati i prodotti”.
In merito alla questione delle licenze open source, pochi giorni fa Ransom Love, CEO di Caldera, ha dichiarato, come aveva già fatto in precedenza , che la GPL non è la soluzione migliore per crescere e fare business.
“Noi daremo di nuovo la tecnologia a GNU – ha dichiarato Love – ma la capacità di far pagare è l’unico modo per portare Linux nel back office del mercato enterprise. La libertà senza alcun controllo non è buona. La costituzione diede agli Stati Uniti l’equilibrio, ed essi prosperarono: è quello che noi oggi abbiamo bisogno di fare con l’open source dandogli delle linee guida. GNU non è mai stato pensato per essere un modello di business, ma solo un modello di sviluppo”.