DoCoMo rimborsa lo spam sul cellulare

DoCoMo rimborsa lo spam sul cellulare

Gli iper-sistemi i-Mode hanno portato sui telefonini il problema dello spam, subìto da milioni di utenti giapponesi. Per questo il colosso della telefonia wireless decide di rimborsarli. Ma i problemi dei servizi avanzati si accumulano
Gli iper-sistemi i-Mode hanno portato sui telefonini il problema dello spam, subìto da milioni di utenti giapponesi. Per questo il colosso della telefonia wireless decide di rimborsarli. Ma i problemi dei servizi avanzati si accumulano


Tokyo (Giappone) – Non appena ha potuto, trovando terreno fertile nei messaggini SMS e molto più fertile nei servizi internet wireless di i-Mode, lo spam, l’invio abusivo di messaggi non richiesti, è arrivato anche sui cellulari.

La giapponese NTT DoCoMo, che proprio grazie ai suoi servizi i-Mode ha portato mezzo Giappone a conoscere internet, ha annunciato che rimborserà ai propri utenti le spese sostenute per la ricezione di posta elettronica wireless non richiesta, spam appunto.

La cifra complessiva del rimborso dovrebbe arrivare a qualcosa come 27 miliardi di yen (attorno ai 450 miliardi di lire), una mossa resa necessaria dalla protesta crescente degli utenti del servizio contro i “filtri antispam” di DoCoMo, evidentemente insufficienti a tenere lontana la posta indesiderata.

Il problema si è palesato con estrema urgenza anche perché DoCoMo, al contrario di alcuni suoi competitor, chiede una piccola somma per ogni email ricevuta, due yen, una cifra che per alcuni utenti vittima dello spam rischiava di accumularsi e pesare in bolletta.

Dal 1999 ad oggi, da quando i-Mode è stato lanciato, lo spam ha avuto vita facile perché per lungo tempo gli indirizzi email degli utenti erano creati automaticamente dal sistemone di gestione secondo un ordine numerico progressivo. Questo ha consentito agli spammer di inviare milioni di messaggi abusivi semplicemente lavorando sul numero progressivo, sapendo che ciascun numero corrispondeva ad un utente diverso.

Per ovviare a questa situazione, DoCoMo ha persino messo in piedi una campagna per spingere gli utenti ad una personalizzazione dei propri indirizzi, un appello che però non è stato raccolto da quasi due terzi dell’utenza. Nel frattempo, DoCoMo ha ricevuto decine di migliaia di segnalazioni e reclami sullo spam, senza peraltro risolvere il problema, che continua.

Proprio per l’impossibilità di fermare del tutto l’arrivo delle email spammatorie, il rimborso deciso dall’azienda si configura come un’offerta agli utenti di 2mila lire di traffico dati gratuito a partire da agosto. Una piccola somma che, moltiplicata per i circa 24 milioni di utenti i-Mode, dà l’idea di quanto lo spam finisca per costare all’operatore wireless.

I problemi per DoCoMo sembrano aggiungersi l’uno all’altro. Solo poche settimane fa, l’azienda aveva ammesso che i telefonini oggi usati per sfruttare i servizi wireless avanzati possono essere soggetti ad aggressioni: sarebbe infatti possibile costruire email in un formato e con un codice integrato tali da inviare comandi sui device degli utenti. Questi comandi, “indotti dall’esterno”, potrebbero portare il cellulare colpito ad effettuare chiamate a molti numeri telefonici diversi, ad inviare email ad altri cellulari, a chiamare numeri di emergenza o, ancora, potrebbero “bloccare” il display del cellulare.

Il tutto arriva, inoltre, proprio mentre l’azienda annuncia la possibilità di lanciare ufficialmente sul mercato giapponese la telefonia di terza generazione, ultraveloce, dal primo ottobre. Dopo aver rinviato a lungo il lancio, questo appuntamento è di grande importanza per DoCoMo, sebbene qualcuno inizi a chiedersi quali altri problemi potranno “colpire” il grande pubblico con l’arrivo di servizi ancora più veloci e avanzati di quelli attuali.

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Pubblicato il
5 lug 2001
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