Firenze – Il Comune di Firenze ha approvato una mozione presentata dal verde Alessio Papini ed altri, in collaborazione con il Firenze Linux User Group, che chiede l’introduzione e l’espansione del software libero nella Pubblica Amministrazione.
La mozione si rifà espressamente alla lettera aperta lanciata da Interlex.it insieme a tanti siti e utenti, una lettera contro la “Soggezione informatica dello Stato italiano alla Microsoft” (qui tutti i particolari ).
I concetti di base espressi dalla mozione e dalla lettera riguardano: la maggiore sicurezza del software non proprietario, il cui codice sorgente non è soggetto a restrizioni d’uso e può essere controllato; il maggiore costo dell’acquisto di prodotti proprietari e dei loro successivi aggiornamenti, “diversi dai precedenti solo per pochi dettagli o poche marginali funzioni”; possibilità di lettura e utilizzo del documento prodotto in qualsiasi momento successivo indipendentemente dalla versione del software utilizzato; i benefici derivanti dalla riallocazione delle risorse oggi spese nell’acquisto di software proprietario anziché in formazione e via dicendo.
L’approvazione della mozione, dunque, significa che l’Amministrazione comunale si impegna ad adottare i quattro punti essenziali delle richieste:
– “rendere prioritario per gli uffici del Comune di Firenze e ad invitare anche gli altri enti pubblici ad acquistare pacchetti software per ufficio” valutando i vantaggi del software libero;
– “considerare nella creazione dei budget di spesa i vantaggi derivanti da investire più in assistenza ed installazione e meno nel software in particolare impiegando software libero;”
– “a promuovere l’impiego di formati di dati standard, aperti e documentati, in quanto di estrema importanza e flessibilità per mantenere la piena compatibilità con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo notevole impatto nel caso di realizzazione di programmi ad hoc per la PA senza nessuna conseguenza sulla facilità d’uso;”
– “ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica per i dipendenti comunali anche l’impiego del sistema operativo Linux e di altri prodotti di free software (e quindi open source) e ad indirizzare i dipendenti all’impiego esclusivo nella spedizione di documenti di formati di salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma di scrittura (ad esempio formato rtf) e non semplicemente documenti nell’ultima versione disponibile del programma di word processing di cui dispongono; similmente si dovrebbe agire con gli altri programmi di ufficio (tabelle, presentazioni, etc.).”