Firenze – Non si sa molto, soprattutto non si conoscono le URL dei tre siti italiani che la Polizia Postale di Firenze ha ieri provveduto ad oscurare. Stando alle denunce presentate contro i “curatori” dei tre siti, si tratta di spazi che distribuivano programmi di cracking di reti, server e software nonché tool per l’intercettazione di messaggi di posta elettronica.
L’accusa, dunque, non sarebbe quella di aver materialmente combinato dei “guai” con quegli strumenti ma, più semplicemente, di averli messi a disposizione online.
Ad essere denunciati sono tre ragazzi, due di 18 anni e uno che deve ancora compiere la maggiore età. I primi due sono di Vicenza e Padova, il terzo è di Sarzana. A quanto pare, per tutti e tre la magistratura ha disposto il sequestro dei materiali informatici in loro possesso nonché l’oscuramento delle pagine web create.
La stessa Polizia Postale ha spiegato che i tre non avrebbero in realtà voluto agire contro sistemi informativi pubblici o privati ma avrebbero scelto di pubblicare quei materiali per aumentare il numero di visitatori sui propri siti e per farsi conoscere. I risultati dell’inchiesta sono legati anche all’esplorazione dei computer dei tre ragazzi, tuttora in corso.
L’operazione voluta dalla magistratura di Firenze arriva in un momento “bollente” per la rete in Italia, visti i ripetuti casi di sequestro di siti internet che non hanno sempre convinto nelle modalità di esecuzione e nelle motivazioni, laddove queste sono state fornite.
In questi mesi sono stati sottoposti a sequestro alcuni siti che vendevano via internet card per truffare le pay-tv e amenità del genere. Ma accanto a questi sequestri sono finiti nelle maglie della Polizia Postale anche siti come Bismark.it, rimasto off-line per molti giorni prima senza che venisse offerta ai media alcuna convincente motivazione dell’accaduto. Successivamente è stato sottoposto a censura il sito Eretico.com, i cui contenuti sono stati considerati un vilipendio a chi è religioso e questo viene considerato un motivo sufficiente per ricorrere alla censura. Recentemente, poi, ha fatto molto rumore l’azione per la chiusura di gattibonsai.it, innocuo sito-truffa considerato invece possibile “ispiratore” di fatti delittuosi.
Nel caso di oggi l’oscuramento dei siti sarebbe dovuto alla presenza sugli stessi di materiali che possono essere utilizzati per commettere illeciti ma non per illeciti commessi dai curatori dei siti stessi. Un caso che non può che aprire nuove domande sull’approccio alla rete da parte delle autorità, non solo italiane, e sull’effettivo rischio che corrono, oggi, le libertà digitali a causa della censura .