Ora l'FBI vuole complici tutti i provider

Ora l'FBI vuole complici tutti i provider

Poco più di 24 ore dopo gli attentati negli USA, la polizia federale si è presentata presso numerosi provider chiedendo l'installazione immediata di Carnivore. Il sistema che consente di intercettare le comunicazioni elettroniche
Poco più di 24 ore dopo gli attentati negli USA, la polizia federale si è presentata presso numerosi provider chiedendo l'installazione immediata di Carnivore. Il sistema che consente di intercettare le comunicazioni elettroniche


Washington (USA) – In queste ore il discutibile e discusso sistema di intercettazione chiamato Carnivore, messo a punto dalla polizia federale americana, viene installato nelle sedi di numerosi operatori internet USA.

Questo è quanto sostiene Wired, secondo cui numerosi operatori americani contattati dal giornale hanno confermato di aver ricevuto da parte dell’FBI la richiesta di installare Carnivore sui propri sistemi, avendo ripagate le spese di uso del network.

Secondo quanto riferito dal giornale statunitense, Carnivore in queste ore starebbe conoscendo una rapida diffusione, quella diffusione che nei mesi scorsi il Dipartimento della Giustizia aveva più volte chiesto venisse imposta per legge e che è stata fortemente ostacolata da associazioni dei consumatori e gruppi di difesa della privacy e dei diritti civili.

Wired sostiene anche che, subito dopo gli attentati, “qualcuno” avrebbe chiesto ai gestori di remailer anonimi di chiudere i servizi. I remailer sono sistemi che permettono a chi li usa di inviare posta elettronica in modo perfettamente anonimo: un mezzo da sempre contestato dalla polizia statunitense ma, anche qui, difeso da molti sostenitori delle libertà digitali.

“Non voglio – ha detto uno dei gestori di un remailer, Len Sassaman – essere preso in mezzo. Mi spiace, sono disoccupato e non ho le risorse per difendermi. In questo momento difendere la libertà di espressione non raccoglie le simpatie dei federali, dei giudici e dell’opinione pubblica”.

E’ proprio questo il “mix” che molti temono possa portare in questi giorni la polizia federale, ma più in generale i servizi e le forze dell’ordine, a prendere iniziative che in altri tempi sarebbero state additate come operazioni tendenti alla soppressione della libertà di espressione.

“Quelli di noi – ha dichiarato l’attivista e net-imprenditore Thomas Leavitt – che difendono la libertà anche davanti al pericolo dovranno in questi giorni mantenersi molto vigili”. Gli ha fatto eco Marc Rotenberg, dell’organizzazione per la privacy EPIC, secondo cui occorre stare in guardia affinché gli attacchi terroristici non pieghino il modello democratico…

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Pubblicato il
13 set 2001
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